Schianti rimpiazzati da un orto botanico Il bosco spazzato via adottato da Scarpa
Marcella Corrà / ALLEGHE
Un colosso dell’economia veneta, l’azienda Scarpa di Asolo, “adotta” un bosco distrutto da Vaia, proprio di fronte al paese: ora il versante è fatto solo di alberi schiantati a picco sul lago, tra due anni sarà un orto botanico, un luogo di cultura agricolo – forestale, un terreno rigenerato con piante anche diverse rispetto al passato.
«C’erano varie possibilità quando ci hanno chiesto di scegliere uno dei boschi falciati dalla tempesta per farlo rinascere: abbiamo deciso per questo colle, che è un biglietto da visita per Alleghe», ha spiegato il sindaco Danilo De Toni alla presentazione del progetto, sulla terrazza accanto alla chiesa che ha di fronte il bosco.
C’erano Luigino Boito, amministratore di Dolomiticert, che in questo caso ha fatto da collegamento tra l’azienda, la Regione e il Comune; l’assessore regionale Bottacin, il direttore dei servizi forestali regionali Gianmaria Sommavilla che curerà la realizzazione e naturalmente il vertice dell’azienda Scarpa, con l’amministratore delegato Diego Bolzonello.
«Tutto è nato durante un incontro con Bolzonello», ha raccontato Boito, «noi lavoriamo con loro da un decennio per certificare i loro prodotti. Stavo per andarmene quando gli ho detto: perché non adotti un bosco di Vaia? Si può fare, mi ha risposto. Tutto in tre minuti».
L’operazione è partita così, con un impegno di spesa di 150mila euro in due anni.
«È un esempio di sensibilità verso i problemi della montagna violata e di solidarietà per un territorio che ha pagato un caro prezzo, prima per Vaia ora per il Covid», ha aggiunto Boito. «Mi auguro che questa prima iniziativa di collaborazione tra una azienda privata, la Regione e il territorio, possa essere ripetuta anche da altre aziende che hanno a cuore la montagna».
I motivi dell’intervento li ha spiegati l’ad Bolzonello, nel tracciare un quadro dell’azienda che è leader nella produzione di calzature per la montagna, il trekking, lo sci: 1500 dipendenti, 80 anni di vita alle spalle, la gran parte della produzione in Italia e ad Asolo, con assunzioni anche durante il periodo Covid.
«Il Bellunese è la nostra montagna e la sostenibilità ambientale è un tema importante per la nostra azienda».
Ecco i motivi per aver scelto il gioiello di Alleghe, con il lago e il Civetta, dove recuperare un bosco. Ci ha pensato Sommavilla a spiegare i dettagli tecnici. Prima di tutto occorre togliere gli alberi schiantati. Ci penserà Veneto Strade che deve realizzare i paravalanghe e i paramassi, visto che quello è un sito valanghivo. Una volta realizzato l’esbosco, comincerà l’intervento di recupero. Si tratta di un terreno vasto, 3.5 ettari. La piantumazione servirà sia per la protezione dei versanti che per mascherare paramassi e paravalanghe.
«Cosa metteremo a dimora? Per il 40 per cento sarà larice, il 20 per cento abete rosso, il 20 per cento faggio. Infine altre latifoglie, betulla, sorbo uccellatore, acero. In totale diecimila piantine. In autunno sarà un vero spettacolo».
I primi lavori potrebbero cominciare già a giugno, più probabile a metà settembre. Per vedere il bosco rinato nella sua interezza ci vorranno vent’anni.
Nei due anni che serviranno alla realizzazione, il bosco che rinasce sarà anche un laboratorio culturale e didattico per gli studenti che potranno accedere al cantiere. Vaia non ha colpito ovviamente solo l’Agordino, alcuni numeri della terribile tempesta sono stati ricordati dall’assessore Bottacin.
«208 i comuni veneti coinvolti, 1515 i cantieri partiti in due anni per ripristinare il territorio e metterlo in sicurezza. Fin da subito si sono messi a disposizione tutti, dai privati, alle associazioni, agli enti locali, a tutti gli apparati della Regione».
Bottacin ha parlato di sostenibilità ambientale, di sviluppo turistico, della gara di solidarietà («non è vero che il Bellunese è dimenticato»), del ruolo formativo rivolto ai giovani e del coinvolgimento della Regione con vari settori, da Veneto Strade, a Veneto Agricoltura, ai Servizi forestali, all’Arpav, ognuno con il proprio ruolo dentro il progetto. E ha lanciato un appello perché altri privati si mettano a disposizione per recuperare i tanti boschi schiantati da Vaia. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi








