Scenette in ampezzano e artisti di strada a Cortina

L’ultima giornata del Carnevale ha portato in centro molti bambini mascherati vari gruppi si sono esibiti lungo Corso Italia e nella conchiglia di piazza Dibona

CORTINA. Giornata conclusiva del Carnevale a Cortina, ieri martedì grasso, con tanti bambini in maschera in Corso Italia e molti spettacoli itineranti, con vari gruppi che si sono esibiti all’aperto, in strade e piazze.

Nella Conchiglia di piazza Dibona grande pubblico per uno spettacolo brillante e divertente con gli Jashgawronsky Brothers, che con i loro strani strumenti costruiti con materiale di riciclo, si sono esibiti in musiche e cori che spaziano dal pop alla musica classica, passando per il jazz e i classici del rock. Inoltre hanno intrattenuto il pubblico con spettacoli con gli attrezzi del circo.

Lungo il Corso Italia vagavano gli attori del Silence Teatro: vestiti di bianco con eleganti abiti di foggia seicentesca, il volto e il capo coperti di argilla bianca, una decina di attori con leggerezza, ha saputo creare un’atmosfera di assorto silenzio, di stupito incantesimo, in una dimensione magica e atemporale, accompagnata da una malinconica musica del Seicento.

Nando e Maila hanno invece dato prova di spettacolo circense che unisce musica dal vivo, tormentoni, acrobazie aeree e giocolerie.

E per finire, i carri folkloristici dei Sestieri d’Ampezzo, che già si erano esibiti domenica dopo la premiazione del Palio dei Sestieri. I carri erano due, più una rappresentazione sempre dei Sestieri in Conchiglia, senza il carro. Gli attori sono persone appartenenti ai vari Sestieri che hanno recitato scenette di attualità.

Il primo in ordine di rappresentazione, dal titolo “Balotes”, era il carro di Chiave e Cadin, e raccontava come i protagonisti volessero fare del gelato da vendere ai turisti, ma non essendoci la possibilità di venderlo in inverno, avevano fatto le palline (balotes) di chenederli, un piatto tipico ampezzano e del Tirolo.

Il secondo, “Una pajina pì del libro” (una pagina più del libro, cioè colui che vuole sapere sempre qualcosa in più degli altri) ironizzava invece sul rapporto tra ampezzani e turisti, ed era composto da attori di Cortina e Zuel. La rappresentazione in Conchiglia invece, curata dai Sestieri di Azon e Alverà, rappresentava il Festival di Sanremo cantato in idioma ampezzano, con la giuria composta da un rappresentante per ogni Sestiere. Su uno schermo il pubblico poteva leggere le parole, tipo karaoke, in ampezzano e cantare le canzoni famose, come ad esempio Azzurro di Celentano, in lingua ladina. La festa è poi continuata lungo le vie del centro, dove bambini e ragazzi si sono sbizzarriti con coriandoli, stelle filanti, schiuma.

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