Sassi pacifisti e Schutzen, alpini “nemici” a Trento

TRENTO. “Alpini assassini”. Tutto si aspettavano le penne nere, intente con l’adunata Ana di Trento, la 91ma, a bissare quella di Treviso, ma non scritte tanto ingiuriose. Sono comparse nella notte...

TRENTO. “Alpini assassini”. Tutto si aspettavano le penne nere, intente con l’adunata Ana di Trento, la 91ma, a bissare quella di Treviso, ma non scritte tanto ingiuriose. Sono comparse nella notte dell’occupazione della Facoltà di Sociologia, in cui gli alpini sono stati paragonati a dei guerrafondai. «Proprio noi che da sempre siamo considerati – chiosa amareggiato il generale Renato Genovese, di Vittorio Veneto, a capo dell’organizzazione del raduno – soldati di pace e di solidarietà».

La firma è degli anarchici. Nella scorsa notte, inoltre, è stata presa a sassate la vetrina di un negozio di articoli alpini. Nei giorni precedenti erano stati gli Schützen, il nostalgico corpo di “difesa” filo austriaca, a dare degli “indesiderati” agli alpini per aver contribuito ad italianizzare un territorio che doveva rimanere alle dipendenze di Vienna.

L’Ana ha subito cercato la riconciliazione con i variopinti “colleghi”. Ma c’è qualche preoccupazione per la celebrazione interreligiosa di oggi sul colle di Rovereto, quello dei caduti: è vivo il timore di contestazioni. Il presidente dell’Ana di Trento, Maurizio Pinamonti, non polemizza, ma è già andato dai carabinieri a sporgere formale denuncia contro ignoti per le scritte provocatorie, comparse numerose nelle ultime notti in città.

E ieri mattina Genovese con il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha portato un mazzo di fiori alla signora che gestisce il negozio danneggiato, assicurando che l’associazione contribuirà alla sostituzione della vetrata. «Questi episodi non rovineranno l’atmosfera che di ora in ora sta diventando sempre più calda» assicura Pinamonti.

«Nella memoria di quanto è accaduto 100 anni fa – ribadisce, a sua volta, il trevigiano Sebastiano Favero, presidente dell’Ana – vogliamo che questa sia una festa della pace, della condivisione, della solidarietà».

Perfino Papa Francesco si è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda, inviando un messaggio: «Tutto si perde con la guerra! Tutto si guadagna con la pace! » . Con questa frase – puntualizza il generale Genovese – Francesco ha voluto darci un segnale forte, dedicando il nostro incontro a tutti i caduti, qualunque fosse la divisa indossata. Il Papa ha benedetto lo speciale folder ideato per l’occasione.

Si tratta di un pieghevole contenente il francobollo di Papa Francesco e l’annullo postale del Vaticano, decorato con le immagini di due luoghi simbolo, molto cari al Trentino, che parlano in maniera universale di pace. Da una parte la chiesetta di Santa Zita a Passo Vezzena, costruita dagli austriaci nel 1917 e ricostruita dagli alpini nel 2008 in ricordo di tutte i caduti come anelito di pace e fratellanza. Dall’altra la Campana dei Caduti di Rovereto, Maria Dolens, realizzata fondendo assieme il bronzo dei cannoni delle 19 Nazioni partecipanti al Primo conflitto mondiale, che ogni sera al tramonto risuona con i suoi cento rintocchi di pace. Vedremo oggi se la volontà di condivisione e di pacificazione da parte dei 600 mila di Trento, di cui circa 100 mila veneti, sarà condivisa Condivisione, dunque. Guarda caso, tra i propri volontari, l’Ana ha ingaggiato 60 profughi per i servizi di accoglienza, in particolare la gestione dei rifiuti. A Trento sono attese almeno 600 mila presenze.

Ieri l’avamposto è stato di circa 50 mila, con provenienza Veneto e Nordest in larga maggioranza. Molto partecipate le cerimonie inaugurali della cittadella della Protezione civile, l’apertura di ben 4 mostre, la commemorazione al museo del Doss. Stretta la vigilanza in città, con la Guardia di Finanza che ha pizzicato alcuni benzinai protagonisti di aumenti ingiustificati di carburante, tra i 10 ed i 20 centesimi il litro.

E nella zona rossa, in centro, ieri si entrava guardati a vista.

Sabato arriverà il presidente Mattarella e domenica lo accompagnerà, per l’ultima volta, il ministro della difesa uscente, Roberta Pinotti.

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