Sanvido: «Guagliardo libero, scelta da accettare»

Cesio. L'ex sindaco sulla scarcerazione del brigatista che uccise Rossa
Guido Rossa il sindacalista cesiolino ucciso alle Brigate rosse
Guido Rossa il sindacalista cesiolino ucciso alle Brigate rosse
 CESIOMAGGIORE.
Ai cesiolini non è sfuggita la notizia della scarcerazione di Vincenzo Guagliardo, uno dei responsabili dell'omicidio di Guido Rossa, operaio e sindacalista della Cgil ucciso dalle Brigate rosse a Genova il 24 gennaio 1979. A Guido Rossa, nativo di Pez, è stata intitolata la scuola materna.  La reazione dei residenti di Cesio è cauta, in sintonia con le dichiarazioni della figlia Sabina, oggi parlamentare del Pd, sulla decisione del tribunale di sorveglianza romano di rimettere in libertà condizionale sia Vincenzo Guagliardo che la moglie Nadia Ponti che era stata condannata all'ergastolo per il sequesto e l'uccisione di Aldo Moro. Gianfranco Sanvido che era sindaco di Cesio quando è avvenuto l'omicidio di Rossa e che ha partecipato alle esequie a Genova, spezza una lancia nei confronti dell'ordinamento giudiziario che ha previsto oltre trent'anni di detenzione effettiva per l'ex terrorista Vincenzo Guagliardo, ossia un lungo percorso teso alla risocializzazione e al riscatto. «Non si fanno i salti di gioia di fronte alla decisione di rimettere in libertà, per quanto condizionale, chi ha compiuto un delitto efferato e un crimine contro la democrazia», premette l'ex sindaco. «Ma non possiamo neppure entrare nel merito di quelli che sono i termini di legge applicabili a chi commette errori. La decisione va accettata, perché in Italia nessuna pena può essere a vita, senza per questo arrivare al perdono. Dal punto di vista politico, il contrappasso per questo ed altri terroristi è iniziato nel momento in cui si sono messi contro la classe operaia. Cosa che ha determinato il tramonto e poi la fine delle Brigate Rosse». (l.m.)

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