Santa Giustina, Pedavena e Val Canzoi: la Blue Tongue colpisce tre volte

La malattia continua a diffondersi tra ovini e caprini, la causa dei decessi confermate dalle analisi. L’unica arma è la vaccinazione, l’obiettivo è arrivare a dodicimila capi entro la prossima settimana

Laura Milano
Belluno - Un pastore con le sue pecore. Il morbo della lingua blu sta preoccupando
Belluno - Un pastore con le sue pecore. Il morbo della lingua blu sta preoccupando

Il virus della Blue Tongue continua a diffondersi anche a bassa quota e in località pedemontane. Ai 140 ovini morti dal caso 0 del 26 luglio scorso a oggi, si aggiunge la mortalità di altri tre capi fra Santa Giustina, Cesiomaggiore (Val Canzoi) e Pedavena, dovuta alla Blue Tongue, come si è confermato dagli esami ematoclinici.

Il sospetto diagnostico da parte dei veterinari che sono intervenuti l’altro giorno su segnalazione di allevatori e proprietari era già deposto per i primi due casi, quello di Santa Giustina e di Cesiomaggiore (val Canzoi): gli animali visitati presentavano la sintomatologia specifica. E a questi due possibili focolai – che poi si son rivelati tali – il direttore dei servizi veterinari Gianluigi Zanola e il collega Stefano Sartori, avevano già accennato ieri l’altro quando è stato fatto il punto stampa a Feltre sugli aggiornamenti epidemiologici a livello provinciale.

Si era appunto in attesa di riscontro ematologico su cinque allevamenti dei due comuni della Pedemontana feltrina. La morte degli animali con la conferma della causa di morte hanno accertato dunque la presenza di altri due focolai che si aggiungono ai 21 già censiti. Nella giornata di ieri, poi, è stato segnalato un ovino morto nella zona di Pedavena. I veterinari che sono intervenuti non hanno riscontrato oggettivamente la sintomatologia riferibile a Blue Tongue il cui virus del sierotipo 8 è stato invece confermato da esami di laboratorio.

I sintomi specifici, hanno spiegato i professionisti, sono rappresentati da febbre alta, inappetenza e abbattimento, da lesioni alla bocca con la lingua tumefatta o cianotica, la colorazione bluastra di musello e labbra, gonfiore diffuso e oltre che delle mucose anche a testa e collo, talora zoppia e difficoltà respiratorie, scolo mucoso o sieroso da naso e bocca.

«Non c’è una terapia farmacologica per la remissione della malattia», hanno ribadito Zanola e Sartori. «L’unica cosa che può aiutare l’animale sofferente è il mantenimento dell’idratazione, quando per la congestione delle mucose non può alimentarsi, e la somministrazione di antifebbrili e antinfiammatori. L’antibiotico non serve a nulla, trattandosi di virus». Per contrastare l’alta contagiosità del sierotipo 8 l’unica arma è quella della vaccinazione. Come aveva spiegato il veterinario Sartori si può far leva sulla sensibilizzazione degli allevatori e sulla generale propensione alla copertura vaccinale delle greggi: dagli attuali 8 mila capi vaccinati, la previsione del servizio veterinario è di arrivare a 12 mila entro la prossima settimana.

Per informazioni sulla campagna vaccinale il riferimento telefonico è lo 0437/514343 dalle 8 alle 15.30 dal lunedì al venerdì. Latte e carne anche se provengono da animali colpiti da virus possono essere consumati con tranquillità, questo è il messaggio che gli addetti ai lavori continuano a ribadire: il virus non è trasmissibile all’uomo.

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