Sanità, aumento di 172 euro al mese per 3.070 dipendenti del Bellunese
Siglato il rinnovo del contratto collettivo nazionale che porterà anche nuove indennità, più diritti per i lavoratori del settore. Introdotto il principio dell’age management che adatta il lavoro alle diverse fasi della carriera

Sanità pubblica: siglato il rinnovo del contratto 2022-2024: aumento medio di 172 euro al mese, arretrati, nuove indennità e più diritti per 3.070 lavoratori e lavoratrici nel Bellunese.
È arrivata lunedì 27 ottobre dopo un anno e mezzo di trattative e a quasi quattro anni dalla scadenza la firma definitiva del Contratto Collettivo Nazionale della Sanità Pubblica 2022–2024 fra Aran e le organizzazioni sindacali Cisl Fp, Nursind, Fials e Nursing Up. Un traguardo atteso dai dipendenti non medici del servizio sanitario nazionale del Bellunese: infermieri, ostetriche e professionisti del socio-sanitario, Oss e personale tecnico e amministrativo, che da oggi, 28 ottobre 2025, possono contare su nuove certezze economiche, normative e professionali.
Tra le novità spiccano gli aumenti salariali con i relativi arretrati e il pacchetto di tutele normative pensate per migliorare le condizioni di lavoro e valorizzare le competenze del personale sanitario e amministrativo. L’aumento medio lordo è di circa 172 euro al mese, che sarà riconosciuto da novembre 2025 con effetto retroattivo. L’incremento degli stipendi tabellari sarà in media di 145 euro lordi mensili, ai quali si aggiungono alcuni incrementi delle indennità già previste sulla base dei diversi profili.
Oltre agli aumenti economici, infatti il contratto aggiorna, tutte al rialzo, una serie di indennità e introduce strumenti di valorizzazione professionale: l’indennità di Pronto Soccorso, che potrà arrivare fino a 250 euro mensili, quella di specificità infermieristica portata a 165 euro, e l’indennità per la tutela del malato e la promozione della salute, fino a 119 euro. A tutto ciò si aggiunge il versamento degli arretrati - al netto della indennità di vacanza contrattuale già erogata ai lavoratori a titolo di acconto - per una somma che sarà compresa tra 800 e 1.360 euro, a seconda del profilo professionale.
Il contratto prevede inoltre nuove tutele e misure di welfare: il buono pasto viene esteso anche a chi lavora in smart working; è garantita la tutela legale gratuita per i lavoratori vittime di aggressioni sul lavoro. Si introduce il principio dell’age management, pensato per adattare il lavoro alle diverse fasi della carriera. Per il personale sanitario con più di 60 anni sono previste misure specifiche, come la riduzione dei turni notturni o della loro durata e, dove possibile, l’assegnazione a mansioni meno gravose.
È un intervento importante che tiene conto dell’aumento dell’età media nel Servizio sanitario nazionale e punta a tutelare la salute, la sicurezza e la continuità professionale dei lavoratori più esperti. Si introduce poi la parificazione retributiva tra infermieri e ostetriche, la valorizzazione delle prestazioni aggiuntive fino a 50 euro l’ora, e incrementi fino a 1.500 euro per incarichi e responsabilità.
Infine, grande attenzione è riservata alla formazione continua, che diventa più moderna e flessibile, con il diritto a percorsi professionalizzanti aggiornati, in linea con le nuove esigenze del sistema sanitario. Il rinnovo 2022–2024 chiude una fase complessa e apre la strada alla nuova tornata contrattuale 2025–2027.
«Questo rinnovo contrattuale restituisce dignità, potere d’acquisto e nuovi diritti a chi ogni giorno garantisce la sanità pubblica anche nei territori più complessi come quello bellunese», sottolinea Leone Ettore Zingales, componente della segreteria Cisl Fp Belluno Treviso. «È un passo avanti importante che può contribuire a rendere più attrattivo lavorare nella Ulss 1 Dolomiti, dove le difficoltà – dalla carenza di alloggi ai disagi negli spostamenti, fino alla scarsità di servizi – rendono più difficile reclutare e trattenere personale. Garantire condizioni di lavoro migliori e salari più adeguati significa non solo rafforzare la tenuta del sistema sanitario e la qualità dell’assistenza per i cittadini, ma anche garantire la sostenibilità sociale della provincia».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi








