Ristrutturazione conservativa per il trampolino Italia di Zuel

Il sindaco ne ha già parlato con il team olimpico e il presidente del Coni «Affideremo presto la progettazione, valuteremo i costi e poi interverremo»



La sistemazione del trampolino Italia, a Zuel, resta uno degli impegni dell’Amministrazione. Il 5 febbraio 1956 chiudevano i VII Giochi olimpici invernali a Cortina e il 23 febbraio del 1985, 29 anni dopo, calava il sipario internazionale sul trampolino Italia durante la XII Universiade invernale.

Da quel momento il trampolino olimpico di Zuel divenne un monumento, un simbolo che accoglie chi giunge a Cortina da sud; ma ormai da anni è in degrado.

Il sindaco Gianpietro Ghedina aveva inserito nel suo programma elettorale la volontà di sistemare sia il trampolino e sia l’area adiacente: ora, anche in vista dei Giochi 2026, si lavora al progetto.

«Abbiamo ripreso in mano la volontà di sistemare il trampolino Italia», dichiara il primo cittadino, «e abbiamo deciso di portare avanti una ristrutturazione conservativa perché il manufatto è un simbolo, un’icona di Cortina, delle Olimpiadi che qui furono organizzate nel 1956, nonché uno dei primi monumenti che dà il benvenuto a chi arriva in paese e saluta chi parte. Ne abbiamo discusso anche con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e con il team olimpico. Tutti sono concordi nel ridare dignità al trampolino Italia. Affideremo un incarico di progettazione per verificare come si potrà intervenire e il costo dell’operazione e poi procederemo con i lavori».

I lavori dell’attuale trampolino iniziarono il 15 aprile 1955 e vennero completati in 5 mesi: quando venne inaugurato, l’ingegnere Pier Luigi Nervi nè sottolineò la struttura frutto della tecnologia più avanzata e il design prestigioso all’interno di un paesaggio senza pari. Lungo 83 metri, supportato da una colonna di 48 metri, il trampolino si erge con la sua forma slanciata in un’area – con scorci e vedute incantevoli – in grado di accogliere 40. 000 spettatori. Il progetto fu opera del professor Piero Pozzati e il direttore della costruzione fu Guglielmo Holzer di Bolzano, assistito da Alfredo Spampani di Cortina. Molti esperti in aerodinamica vennero interpellati, tra cui Federico Terschak: autore di scritti sull’alpinismo e delle guide turistiche della Conca a inizio Novecento, punto di riferimento nel mondo del bob a Cortina e non solo, egli fu in grado di plasmare la realtà sportiva, turistica e sociale della Conca in più occasioni.

Nella disciplina del salto Cortina può vantare una grande tradizione, che affonda le radici nel XIX secolo. La prima competizione venne ospitata nel 1913 sotto l’Impero austroungarico e nel 1923 venne costruito a Zuel il trampolino Franchetti, in omaggio al barone Carlo Franchetti di Venezia che ne supportò economicamente la realizzazione. La struttura, in legno, venne modificata nel 1926 e demolita nel 1939 per dare vita al primo trampolino Italia, che venne utilizzato sino al “nuovo”, protagonista delle Olimpiadi del 1956. —



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