Rischia di dover chiudere la storica stazione Esso

Auronzo. Il 12 dicembre il tribunale si pronuncerà sul ricorso dell’avvocato Croff Il legale sostiene che l’impianto viola le distanze urbanistiche dalla sua villa
Di Laura Bergamin

AURONZO. Il distributore di via Unione, ad Auronzo, potrebbe chiudere. Il 12 dicembre è infatti fissata l'udienza in tribunale a Belluno per la causa intentata da Carlo Croff contro il Comune di Auronzo, proprietario del terreno dato in concessione da quarant'anni alla Esso (e da cinque alla Somoil, che continua però a commercializzare prodotti Esso). Il contenzioso riguarda il fatto che, secondo Croff, proprietario della vicina Villa Silvia e del parco adiacente, l'impianto violerebbe le distanze urbanistiche previste dalla legge per questo tipo di attività. La questione dura ormai da anni, e già nel 2010 Croff fece ricorso al Tar di Venezia senza però ottenere nulla. A gestire il distibutore è dal 1995 la famiglia Monti Nia, prima il padre e poi i figli Andrea e Osvaldo. Il distributore carburanti è però ben antecedente: risale infatti a metà degli anni '70, quando la Esso prese in affitto dal Comune il terreno in via Unione.

«Siamo molto preoccupati per quello che potrebbe essere il nostro futuro», spiega Andrea Monti Nia, «abbiamo scoperto quasi per caso, da una delibera comunale, che il 12 dicembre ci sarà la sentenza della causa intentata da Carlo Croff, proprietario di Villa Silvia, che si trova a fianco del nostro distributore. Non so neppure bene di che cosa si tratti, fatto sta che sono preoccupato; anche perchè ho una famiglia a carico, con tre bambini piccoli e un mutuo da pagare».

Il gestore spiega che, insieme al fratello Osvaldo, una volta venuti a conoscenza della cosa, hanno subito avvisato la ditta Somoil; la quale, a sua volta, era all'oscuro di tutto.

«Anni fa», racconta Monti Nia, «la Esso si era detta disponibile a spostarsi purchè il Comune e le Regole le avessero dato un altro terreno ad Auronzo, continuando a pagare il canone di affitto di circa 40.000 euro l'anno. Ma non se ne era più fatto niente, la questione è passata un po’ in cavalleria, e così siamo rimasti qui».

Possibilità di uno spostamento che attualmente non sarebbe più possibile perchè, come spiega Monti Nia, «nei mesi scorsi il Comune ha concesso l'apertura di una stazione di rifornimento in via Pause ad un'altra ditta».

Se il ricorso dell’avvocato Croff venisse accolto, e la concessione di conseguenza revocata, due famiglie auronzane si troverebbero in buona sostanza a piedi e molto probabilmente dovrebbero emigrare verso la pianura.

Intanto il Comune ha affidato la propria difesa all'avvocato Michele Steccanella del Foro di Treviso.

La notizia della possibile chiusura dell’impianto ha già fatto il giro del paese e in molti hanno espresso solidarietà ai fratelli Monti Nia. La stazione di rifornimento in centro paese ad Auronzo è infatti sempre stata un punto di riferimento per tutta la popolazione e per i turisti, anche per tutti i servizi in più che vengono offerti (dal cambio gomme al lavaggio auto) e per la grande disponibilità dei gestori.

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