Rifugi bellunesi e post coronavirus. "Prenotazione obbligatoria e pranzo a turni scaglionati"

TRICHIANA. Promozione a tappeto sul mercato italiano e introduzione della prenotazione, con una maggior flessibilità da parte dei rifugisti nel piano di accoglienza dei turisti. Sono queste le linee guida attorno a cui ruota la disamina di Alessandra Magagnin, titolare del rifugio Pranolz di Trichiana.
La Magagnin, referente per conto della Dmo Dolomiti del comparto rifugisti, oltre che membro del direttivo dell’associazione gestori rifugi alpini del Veneto (Agrav), offre una disamina ad ampio raggio, “vista” su più fronti ma con un unico obiettivo: trovare il giusto compromesso per rimettere in carreggiata un settore tanto complesso quanto determinante nel contesto del turismo montano.
«Come Dmo Dolomiti abbiamo già stabilito quali saranno le priorità su cui concentrare le attenzioni nel momento in cui sarà possibile tornare a muoverci», annuncia Alessandra Magagnin, «il coronavirus ha ribaltato la situazione. Abbiamo sempre concentrato le maggiori attenzioni sulla promozione turistica rivolta all’estero, adesso bisognerà cambiare strategia, pensando principalmente, se non esclusivamente, al mercato italiano. In questo momento non ci sono garanzie in merito ai viaggi sulla media e lunga distanza e questo riguarda anche la montagna. Per questo motivo tutta la promozione turistica firmata Dmo Dolomiti sarà concentrata sul mercato italiano, pur senza abbandonare del tutto quello straniero».
Dalla promozione turistica alla vita da rifugista, nel caso di Alessandra Magagnin, il passo è breve. «Sarò onesta. Per come è strutturato il nostro rifugio, non credo avremo grossi contraccolpi rispetto al passato.
Il rifugio Pranolz è un punto di riferimento storico per il territorio, la nostra clientela è italiana per il 95%. Abbiamo trascorso la scorsa estate convivendo con il disagio di alcuni lavori di ristrutturazione che adesso torneranno utilissimi. Rispetto ai rifugi d’alta quota, le attività come la nostra hanno la possibilità di allungare l’apertura anche nei mesi autunnali e poi si possono raggiungere comodamente in auto. Offrire un servizio di qualità, a discapito della quantità era e resta la nostra filosofia. Non ho paura di quello che sarà, però ritengo determinante, pensando alle inevitabili difficoltà a cui tutti andremo incontro, istituire un servizio di prenotazione obbligatoria al fine di garantire un servizio adeguato. Chiederemo la prenotazione al cliente garantendo, da parte nostra, una maggiore flessibilità nel servizio, diluendolo nell’arco della giornata, anticipando il pranzo a partire dalle 11 con turni scaglionati fino a metà pomeriggio. Questa potrebbe essere una buona idea da perseguire».
La Magagnin è consapevole delle grandi differenze che si celano tra gli stessi rifugisti e, a tal proposito, lancia una proposta: «Come Agrav abbiamo già affrontato questo tema. I rifugi d’alta quota avranno maggiori difficoltà rispetto agli altri ed è a loro che andranno rivolti gli aiuti di natura economica che intendiamo chiedere alle istituzioni, chiamate inevitabilmente a fare la loro parte. Il comparto dei rifugisti merita rispetto e attenzione come tutti gli altri». –
Gianluca De Rosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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