Rifiuti trasformati in occhiali «L’economia circolare è il futuro»

Confindustria, Distretto e Cipa al lavoro: saranno riciclate duemila tonnellate di acetato di cellulosa
05/09/2014 Santa Maria di Sala, Safilo, azienda italiana attiva nel campo della produzione e distribuzione di occhiali, nella foto le fasi di lavorazione degli occhiali
05/09/2014 Santa Maria di Sala, Safilo, azienda italiana attiva nel campo della produzione e distribuzione di occhiali, nella foto le fasi di lavorazione degli occhiali

BELLUNO

Che cos’è la transizione ecologica? Provate a chiederlo a Giovanni Viel, direttore del Cipa. Vi risponderà: trasformare 2 mila tonnellate di acetato di cellulosa, che solitamente vanno in discarica o all’incenerimento, in occhiali rigenerati. Ossia il rifiuto come risorsa. Ovvero, l’economia circolare.

Mentre dappertutto si parla di transizione green e delle nuove frontiere del Recovery plan, Belluno, silenziosamente, prova a ridurre gli scarti di produzione dell’occhiale, promuovendone il riutilizzo. Attenzione: per innovare i prodotti (non quindi per riciclare meramente l’occhiale). Una piccola, grande rivoluzione, che da fine anno coinvolgerà le grandi occhialerie e pure quelle artigianali. Si tratta del maxi-progetto di ricerca e sviluppo avviato da Confindustria Belluno Dolomiti e Distretto dell’Occhiale con il supporto operativo del Consorzio Cipa e che vede schierate già numerose aziende – grandi e pmi – del comparto dell’eyewear.

Siamo o non siamo ai piedi delle Dolomiti Unesco? Abbiamo o non abbiamo per questo una doppia responsabilità? L’iniziativa, nel dettaglio, prevede di recuperare lo sfrido di acetato di cellulosa derivante dalla produzione di occhiali – solitamente destinato allo smaltimento – rigenerandolo mediante processi sofisticati per tornare a essere nuovamente lastra da utilizzare nella produzione di montature, grazie a una collaborazione con aziende trasformatrici leader mondiali come la Eastman Chemical Company.

«In questo modo», sottolinea la presidente di Confindustria Dolomiti, Lorraine Berton, «si potranno immettere nel mercato linee di prodotti realizzati utilizzando materie prime da prodotti rigenerati, con la previsione di poter apporre sulle montature prodotte, uno specifico bollino verde oltre al fatto che la stessa produzione si svolge all’interno dell’area riconosciuta del Distretto dell’Occhiale e, quindi, nel territorio dolomitico».

Di “assoluta innovazione anche a livello internazionale” parla Renato Sopracolle, rappresentante del Distretto dell’Occhiale, convinto che le aziende bellunesi potranno fare, ancora una volta, la differenza. Braccio operativo è il Cipa, il Consorzio Protezione Ambiente della provincia di Belluno, che potrebbe trasferire i risultati di questo progetto anche ad altri comparti strategici per il territorio come spiega lo stesso presidente Arone Roni: «La nostra esperienza è una delle prime a livello nazionale e può diventare riferimento per gli altri distretti veneti. Da mesi stiamo sviluppando l’iniziativa ed ora siamo pronti a collaborare con enti e istituzioni, come Regione, Provincia e Arpav per la sua attuazione pratica».

Al progetto partecipano molti dei principali produttori di montature per occhiali del Distretto bellunese. «Si tratta di un progetto aperto alle aziende e al territorio nella sua interezza», sottolinea ancora Berton. «L’economia circolare avrà un peso sempre maggiore nella manifattura del futuro e sulla sostenibilità dei nostri luoghi. Industria e ambiente devono andare sempre più di pari passo, soprattutto nelle nostre Dolomiti e in vista delle Olimpiadi del 2026, Olimpiadi che della sostenibilità faranno la loro assoluta bandiera».

C’è chi obietta che parole come sostenibilità, green, economia circolare sono soltanto belle parole. Gli industriali bellunesi – guarda caso, proprio loro – stanno dimostrando l’esatto opposto. «Sostenibilità ed economia circolare non sono parole vuote ma fattori di competitività che la pandemia ha accelerato», afferma la presidente Berton. «La chiave di sviluppo del nostro territorio sta nel promuovere una manifattura di eccellenza, innovativa e compatibile con la bellezza che ci circonda, le Dolomiti patrimonio dell’Unesco. Si tratta di una sfida epocale, che le nostre imprese già stanno portando avanti con buone pratiche e massima attenzione all’ambiente, ma alla quale vogliamo dare nuova linfa, con un progetto innovativo di livello internazionale». —



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