Rientro anticipato per Leo Gira «Ora attendo l’esito dell’esame»
CORTINA D’AMPEZZO
Rientro anticipato per Leonardo Girardi, in arte Leo Gira, dalla Costa Smeralda. Il giovane dj ampezzano aveva strappato in extremis un contratto da resident dj al Sottovento, storico locale di Porto Cervo per tutto il mese di agosto e per la prima settimana di settembre, Poi è arrivata la positività del gestore al Covid-19, che ha portato alla chiusura anticipata della stagione estiva, per tutelare la salute di staff e clientela.
La comunicazione dello stop è arrivata nel tardo pomeriggio di lunedì 24, con la raccomandazione ai dipendenti di eseguire tutti i controlli del caso e comunicare eventuali sintomi alle autorità preposte. Frequentatissimo dalle star del calcio e dello spettacolo come Zlatan Ibrahimovic, Sinisa Mihajlovic (positivo al Covid dopo la vacanza in Sardegna ndr), Diletta Leotta e Paolo Bonolis, il Sottovento è sempre stato un punto di riferimento della nightlife italiana.
Ora Leo Gira si trova in isolamento fiduciario a Cortina senza alcun sintomo, seguito a distanza dalla Usl 1 Dolomiti, in attesa dell’esito del tampone.
«Mi sento bene, non ho nessun sintomo, ma la preoccupazione è tanta», afferma Leo Gira. «Il giorno prima del mio ritorno a casa ho contattato la Usl 1 Dolomiti, avvisando del mio rientro. Ora sono in isolamento nel mio appartamento a Cortina, mi chiamano ogni giorno per sapere come mi sento. Mi hanno dato tutte le direttive da seguire: dall’igienizzazione dei vestiti, alla regolare misurazione della temperatura, fino alla differente raccolta dei rifiuti».
Come è avvenuto il rientro dalla Saredgna?
«Dopo la comunicazione della chiusura del locale, l’agenzia ha deciso di farmi rientrare subito e ha acquistato il primo biglietto aereo disponibile per Venezia, dove un autista è venuto a prendermi. Ovviamente il tragitto per Cortina ha rispettato le disposizioni del caso: abbiamo disinfettato tutte le valigie, la macchina era sanificata, ho viaggiato sul sedile posteriore della vettura, igienizzandomi sempre le mani e viaggiando con i quattro finestrini aperti. Non ci siamo mai tolti la mascherina come in aereo».
Nel locale dove ha lavorat, o c'è sempre stata massima attenzione per gli aspetti sanitari?
«Il locale ha cercato di fare rispettare tutte le leggi di prevenzione al Covid, ma non era semplice. Abbiamo cercato di gestire al meglio la clientela, ci igienizzavamo spesso le mani e ogni sera ci misuravano la febbre».
Il bilancio della sua esperienza nonostante questo contrattempo?
«È stata una fantastica esperienza di crescita professionale, peccato che sia finita prima del previsto. Ho potuto imparare e confrontarmi con professionisti che da oltre 30 anni lavorano nel settore. Ora speriamo che il tampone sia negativo». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi