Ricostruzione post Vaia: ancora 5 anni

. Ancora cinque anni, forse sei, per la ricostruzione dalla tempesta Vaia, di 11 mesi fa.
Lo afferma l’ingegner Silvano Vernizzi, numero uno di Veneto Strade e soggetto attuatore per il ripristino della viabilità. Ci vorrà molto più tempo per la rigenerazione dei boschi – quelli, almeno, che si deciderà di re-impiantare –, ma il cronoprogramma della messa in sicurezza dei siti valanghivi, quindi delle strade e degli altri servizi dimostra quanto estesi siano stati i danni.
Ma anticipando che sono state concluse con 4 giorni di anticipo tutte le procedure di affidamento dei lavori di Vaia affidate dal Commissario Delegato Luca Zaia a Veneto Strade per il 2019, Vernizzi prevede che ci saranno delle accelerazioni anche nella realizzazione delle opere. E assicura che queste non cementificheranno il territorio. «E che i versanti dolomitici non saranno tutti ingabbiati nelle rete di acciaio».
La data della conclusione dei progetti era la fine di settembre. Voi siete arrivati con 4 giorni di anticipo. Ma la taske force di Villa Pat quali risultato vi ha dato?
«Intanto mi lasci ringraziare questi ragazzi che sono già al lavoro per i prossimi impegni. Abbiamo progettato 169 interventi per un importo complessivo di 141 milioni di euro suddiviso in 81 gare di affidamento di lavori di ripristino stradale e di difesa delle valanghe dei centri abitati e 88 interventi di somma urgenza effettuati da inizio novembre 2018».
Adesso inizierà ala lunga trafila per gli affidamenti.
«No, perché entro la giornata di ieri abbiamo contrattualizzato gli interventi citati e quindi come richiesto dal Governo entro il termine perentorio del 30 settembre 2019».
I lavori, dunque, quando partiranno?
«A giorni. I cantieri rimarranno attivi anche nella stagione del maltempo, se le precipitazioni lo consentiranno. Solo motivi di sicurezza potranno frenarci».
La sicurezza per i lavoratori delle imprese.
«Per loro e per la sicurezza di chi abita o lavora sotto i siti valanghivi. Mi lasci aggiungere che Veneto Strade ha inoltre proceduto all’appalto di 22 interventi per conto di Soggetti Attuatori terzi come: la Forestale Est di Belluno, i Geni Civili di Treviso e Verona e la Direzione Boschiera di Venezia».
Veneto strade lavora nel post Vaia da quando l’uragano era ancora in corso.
«Siamo stati chiamati ad effettuare i lavori di somma urgenza, in collaborazione spesso con la Protezione civile. Con la somma urgenza abbiamo realizzato opere per circa 15 milioni di euro. Ben 160 per la precisione. Citavo prima i 141 milioni di appalti realizzati in 11 mesi; più di 72 milioni per valanghe e frane, 65 circa per mettere in sicurezza la viabilità».
Adesso quale è la scommessa?
«Garantire la sicurezza dell’automobilista che transita per l’Agordina. Dei sassi sono caduti dai versanti ancora nei giorni scorsi. Abbiamo messo in cantiere 12 milioni di euro. Sono diversi i punti di quella strada dove intervenire. Non meno pesante è la viabilità in comune di Selva di Cadore, verso Alleghe».
Quanto a frane sulle strade, da una settimana avete in corso il cantiere di Cibiana.
«Due mesi di lavori. In questo come negli altri casi ci scusiamo per i disagi. Proprio adesso, purtroppo, inizieranno i lavori che richiederanno alle nostre genti un supplemento in più di pazienza per le numerose interruzioni del traffico. Ma sono sicuro che i bellunesi capiranno».
Le valli dell’Agordino usciranno da questa campagna con i versanti retinati d’acciaio?
«Assolutamente no. Siamo d’accordo con i sindaci, e quindi con gli operatori turistici, per evitare ogni possibile impatto. Le protezioni dei versanti saranno studiate valle per valle, in modo che la messa in sicurezza non si trasformi in una devastazione in virtù dell’acciaio che installeremo. Considereremo i materiali da usare da sito in sito, privilegiando il legno».
Purché non si ripeta lo scempio di molti anni fa tra Arabba e Livinallongo, con paravalanghe improponibili.
«No, no. Tutto è stato organizzato ascoltando le comunità locali».
Ci sono ancora tanti boschi da bonificare. Che cosa si aspetta?
«Noi abbiamo la competenza sui siti valanghivi. Ci sono versanti dove i tronchi non verranno rimossi fino a che non saranno installate le protezioni. Le piante a terra hanno dimostrato, l’inverno scorso, di essere un valido sistema di protezione. Là dove possiamo togliere anticipatamente gli alberi, lo faremo. Ma prima dei progetti e dell’appalto dei lavori non potevamo muoverci».
Siete riusciti a trovare tutte le imprese necessarie?
«Sì, abbiamo fatto incetta soprattutto delle imprese della provincia di Belluno, che ora avranno lavoro per 5 o 6 anni. Tante gare, però, sono state vinte anche da ditte di tutta Italia, non dall’estero».
Possiamo concludere che una volta partiti non vi fermerà nessuno?
«Solo il maltempo potrebbe rallentarci». —
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