Ricorso contro una stalla ma il Tar dà ragione all’azienda

Diciannove firme per chiedere al Tar di verificare la legittimità della concessione edilizia rilasciata dai vari enti (Comune, Avepa, Sovrintendenza) all’azienda agricola Sanwido di San Vito per la realizzazione di una stalla con fienile e di un laboratorio di trasformazione dei prodotti con annesso punto vendita.
A presentare il ricorso al Tribunale amministrativo veneto sono stati alcuni vicini dell’azienda, perlopiù proprietari di seconde case, oltre ad alcuni residenti: hanno chiesto la sospensiva dei lavori, ma la loro richiesta è stata rigettata. E la Coldiretti punta il dito contro una cultura che «chiede a parole il rilancio dell’agricoltura per la cura del territorio, ma che in realtà vuole bloccare la sua realizzazione».
Il progetto dell’azienda agricola Sanwido condotta dalla famiglia Pordon “da Masariè” nasce più di quattro anni fa, ma l’iter burocratico ha permesso soltanto di recente di dare il via ai lavori. «Si tratta di un progetto che, come imposto dalla Sovrintendenza, ci permetterà di realizzare una struttura completamente in legno ed ecosostenibile per accogliere colture e allevamenti biologici», precisa il giovane Enrico Pordon, classe 1995, che in questo progetto crede molto. «Abbiamo avuto tutte le autorizzazioni di legge per questo progetto e per fortuna possiamo procedere, visto che i giudici hanno rigettato la richiesta di sospensiva dei ricorrenti. Se fosse avvenuto il contrario, l’azienda ne sarebbe uscita irreparabilmente danneggiata, perché il progetto prevede scadenze strettissime. E poi gli impegni finanziari richiedono che l’azienda sia operativa al più presto».
«Io credo nell’importanza dell’agricoltura di montagna, indispensabile per la tutela del territorio e fondamentale per il rilancio turistico, come ci insegnano i nostri vicini altoatesini», conclude Pordon, ricordando che «l’azienda di famiglia non ha mai smesso quelle attività come sfalcio dei prati e coltivazione di prodotti agricoli del territorio, nonostante negli anni ’80 la politica sia stata sfavorevole al prosieguo di realtà rurali».
«Enrico è un giovane imprenditore agricolo e ora la politica sta incentivando queste attività portate avanti dai giovani. Attività», commenta il presidente di Coldiretti, Alessandro De Rocco, «importantissime per la cura del territorio e per la sua manutenzione anche a scopi turistici. Siamo tutti pronti a esaltare l’organizzazione agricola dell’Alto Adige, dove le aziende spesso sono molto vicine ai centri abitati. Ma lì nessuno si lamenta. Qui, se uno pensa alla stalla, immagina l’odore che si origina e allora si punta a stoppare queste attività. Ricordiamo che l’allevamento è una delle poche pratiche possibili in montagna, dove l’ambiente è difficile e ostile. Quella che l’azienda agricola Sanwido intende realizzare è comunque un’agricoltura innovativa, rispettosa dell’ambiente, biologica e a tutela del patrimonio protetto anche dall’Unesco». —
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