Ricordato con una targa il primo caduto del ’15-’18

SOSPIROLO. Il monumento ai caduti all’interno del cimitero di Sospirolo si è arricchito di una nuota iscrizione: una targa a ricordo del primo soldato italiano deceduto nel corso della Grande Guerra sul fronte dolomitico, il sospirolese Beniamino Apigalli, sergente della 67ª compagnia del battaglione “Pieve di Cadore”, che morì insieme all’alpino Luigi De Mario Casau di Costalissoio.
«L’episodio che portò alla morte i due soldati si verificò la mattina del 24 maggio 1915 a Forcella Col di Mezzo, presso le Tre Cime di Lavaredo», racconta lo storico Giorgio Tosato, promotore dell’iniziativa che ha permesso, oltre alla collocazione della targa, anche la ristrutturazione del monumento ai caduti. «Gli alpini», precisa Tosato, «stavano da tempo lavorando per rinforzare le posizioni di confine e quella mattina, sotto un cielo sereno, procedevano tranquilli come sempre nei lavori loro assegnati, senza sapere che a mezzanotte del giorno 23 maggio avevano avuto inizio le ostilità contro l’Austria-Ungheria. Nessuno si era infatti preoccupato di avvisare gli alpini lassù dislocati, i quali pensavano che quel lunedì 24 maggio sarebbe stata una giornata di duro lavoro come le altre. Il cannone Skoda M75/96 di monte Rudo (Rautkofel) alle 10 sparò due proiettili contro il Popena e Forcella Col di Mezzo dove gli artiglieri austriaci avevano notato movimenti nemici. Il secondo colpo centrò in pieno i due alpini provocandone la morte».
Proprio l’interessamento del sospirolese Tosato, in passato capogruppo di minoranza in consiglio comunale, ha portato al restauro del monumento con un recupero conservativo messo in atto dall’amministrazione sospirolese su progetto degli architetti Barbara Miot e Caterina Dal Mas. Un importante monumento per la storia di Sospirolo, presente tra le mura del cimitero fin dal primo dopoguerra (nel corso del conflitto del ’15-’18 morirono almeno 116 soldati e 24 civili, su un totale di circa 3100 abitanti), poi in parte modificato per l’aggiunta dell’elenco delle vittime della Seconda guerra mondiale.
Pieranna Casanova
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