Riabilitazione sperimenta la fisioterapia “a distanza”

La pandemia ha accelerato l’utilizzo dei collegamenti online con le Rsa e i pazienti Brunetta Poletti rinvia la pensione, la squadra medica si rafforza con Maccagnan
Laura Milano

FELTRE

L’organico medico della Riabilitazione torna al completo grazie alla revoca delle dimissioni di Brunetta Poletti: doveva andare in pensione dal primo di questo mese ma ha deciso di trattenersi e di continuare a far parte dell’équipe. Le difficoltà si riscontrano piuttosto dal punto di vista infermieristico dato che alcuni lavoratori (compresi operatori sociosanitari) sono stati precettati in altri reparti per l’emergenza Covid. Così le degenze a Lamon sono state ridotte, temporaneamente, di venti posti letto.

Di necessità, in tempo di pandemia, si è però fatta virtù. L’équipe del primario Massimo Ballotta ha così messo in piedi e avviato una “teleriabilitazione” con collegamenti online con le Rsa e con alcuni pazienti. Una strategia che in tempo di Covid, come si evidenzia dagli addetti ai lavori, si è rivelata di grande importanza.



Brunetta Poletti, storica fisiatra del centro di riabilitazione di Lamon e lamonese “doc”, pur avendo raggiunto l’età pensionabile è stata convinta dai colleghi a rimanere, con grande sollievo dell’équipe.

Alla squadra si è aggiunta, in tempi recenti, anche un’altra apprezzata professionista, Elena Maccagnan che è tornata alle origini feltrine, anche dal punto di vista lavorativo, dopo un’esperienza professionale a Bari.

Attualmente dunque, ad affiancare il direttore Massimo Ballotta, ci sono 6 medici che seguono tutta l’attività riabilitativa. Sia ospedaliera (Lamon con la degenza, Feltre per esterni e ricoverati in reparti per acuti) sia territoriale.



Grazie alle competenze dei medici, e del dottor Giuseppe Dalla Corte nello specifico, il centro di riabilitazione ha cominciato a seguire i pazienti dal punto di vista fisiatrico medico e a promuovere trattamenti fisioterapici “a distanza” a partire dalle Rsa quando, nel pieno della pandemia, sarebbe stato impossibile vedere i pazienti nelle sedi di ospedale. I fisioterapisti hanno potuto collegarsi ai pazienti, con l’aiuto determinante del personale delle case di riposo, suggerire come effettuare un esercizio o correggerne eventuali errori. La “teleriabilitazione” viene adottata anche con alcuni pazienti al loro domicilio.



Dei posti letto a disposizione nel centro di riabilitazione di Lamon, una ventina è stata disattivata quando è apparso chiaro che la presenza di personale non medico, cioè infermieri e operatori socioassistenziali, era necessaria a tamponare situazioni molto critiche nei reparti internistici in affanno per la gestione del Covid.

Questo non ha impedito al centro di riabilitazione sull’altopiano di operare, sia pure a ranghi ridotti, in favore di pazienti “prioritarizzati” che hanno avuto bisogno del decorso riabilitativo.

C’è poi un cantiere in corso, quello da cinque milioni di euro per la ristrutturazione del complesso lamonese. Il Covid interferisce sul cronoprogramma, mentre non mancano i disagi per chi vi lavora. —



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