Radon, monitoraggio dell’Arpav nelle case

Convenzione con Belluno e Feltre per Indagare sulla concentrazione del gas, che è cancerogeno
Kit radioattività Teolo MALAGOLI
Kit radioattività Teolo MALAGOLI

BELLUNO. Non si vede, non ha odore. Ma è cancerogeno, e il Bellunese è una delle province venete più a rischio. L’Arpav mette in allerta contro le insidie del radon, un gas naturale che si sviluppa nelle viscere della terra e che, attraverso fessurazioni, può entrare nei piani interrati delle case come garages o cantine.

«Abbiamo una convenzione con alcuni comuni, per ora quelli di Belluno e Feltre» spiega Rodolfo Bassan, direttore del dipartimento Arpav di Belluno, «per monitorare le quantità di gas nelle case dei cittadini». Ed eventualmente correre ai ripari: in certi casi è sufficiente areare bene gli ambienti visto che il radon tende a salire verso l’alto. In altri è necessario intervenire con operazioni mirate che impediscono al gas di entrare nelle case o che lo convogliano verso l’esterno.

Ma prima è necessario sapere se la propria casa effettivamente è a rischio. «I cittadini interessati possono fare riferimento ai loro Comuni» spiega Bassan, «che ci passano la richiesta. A quel punto siamo noi a metterci in contatto con i cittadini telefonicamente: il primo passaggio è quello di un’intervista telefonica in cui si chiedono al cittadino alcuni dettagli sull’abitazione e in questo modo c’è una prima scrematura. Poi, se è il caso di monitorare l’ambiente per appurare le effettive quantità di gas presenti, noleggiamo per un anno un dosimetro che, al termine dei 12 mesi, restituisce la misura precisa della concentrazione del gas. E da lì si possono prendere le opportune decisioni».

Un’iniziativa che punta anche a sensibilizzare nei confronti di questo tema spesso sconosciuto. In passato erano state analizzate nel dettaglio le scuole bellunesi: un lavoro capillare che aveva portato, in alcuni casi, a dover intervenire per metterle a norma. «Ora sono messe bene» assicura Bassan, «e abbiamo avviato quest’iniziativa rivolta ai cittadini. Per iniziare il monitoraggio basta chiamare i Comuni e lasciare il proprio nominativo».

Valentina Voi

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