Racconto di Natale

Dolce ricordo quello della messa di mezzanotte, dei Natali sereni della nostra infanzia! Un ricordo fatto di sensazioni ingenue e primitive rimaste impresse nell'animo e attraverso le quali riaffiora tutto un mondo di semplicità e candore: il silenzio delle strade, l'aria fredda della notte, le stelle lucenti nel cielo, la neve sugli alberi, la mano nella mano della mamma, il tepore della chiesa illuminata e profumata d'incenso, il Bambino Gesù sulla paglia del presepio.....
Con questi pensieri, che mi accompagnano in attesa del prossimo Santo Natale, incontro casualmente un anziano signore che mi invita a prendere un caffè..... Con spunti di appassionata meditazione su temi morali mi parla di momenti intensi di gioia, di vita vissuta ricordando la propria moglie recentemente scomparsa.
Improvvisamente sfila dal taccuino un articolo di giornale che conservava da un paio d'anni e me lo porge con visibile commozione. Il titolo: «L'essere più sacro dopo DIO. Rispettate la donna perchè è la madre dell'universo e tutta la verità della creazione divina giace in lei. È lei, la donna, la base di tutto ciò che vi è di buono e di bello, così come è anche il seme della vita e della morte. Da lei dipende tutta l'esistenza dell'uomo perchè lei è il suo appoggio morale e naturale nelle sue opere. Lei vi partorisce in mezzo alle sofferenze, con il sudore della fronte sorveglia la vostra crescita, e fino alla morte le causate le più vive angosce. Benedicetela e adoratela perchè è il vostro unico amico, il vostro sostegno sulla terra. rispettatela, difendetela; agendo così guadagnerete il suo amore e il suo cuore e sarete grati a Dio: ecco perchè molti errori saranno perdonati. Allo stesso modo amate le vostre donne e rispettatele, perchè esse saranno madri, domani, e più tardi nonne di un'intera nazione. La donna è la madre, tesoro incalcolabile che Dio vi ha dato: esse sono il più bell'ornamento dell'universo, a da esse nascerà tutto ciò che abiterà il mondo. Dedicato a tutte le donne maltrattate, violentate e uccise da mostri di uomini, da mariti indegni di portare questo nome».
Questo anziano signore aveva aggiunto di suo pugno: "condivido tutto"....
Mi saluta con gli occhi pieni di lacrime. Particolarmente emozionato mi è subito venuta in mente una citazione poetica di F.G. Lorca: «... bisogna aprirsi interamente di fronte alla notte nera, per riempirci di rugiada immortale! Bisogna essere come l'albero che sempre è in preghiera...». Alla sensibilità e gentilezza squisita di questo anziano signore dedico questo pensiero: non si può arrestare la primavera negli anni, ma si può rimanere giovani sino alla fine, se si mantiene vivo nel proprio cuore l'amore per quanti sono degni d'amore, e se si tengono gli occhi e l'anima aperti al bello, al grande, al buono e al vero.
Nizzardo Tremonti di Auronzo, ex sindaco di Lorenzago, tecnico radiologo a Pieve di Cadore, ora in pensione
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi