«Questo capoluogo è un po’ spento manca la creatività»
l’intervista
C’è ancora aria di crisi per il commercio del capoluogo. Lo crede il presidente del sindacato degli alimentaristi dell’Ascom di Belluno, Andrea Dal Pont che parla di «una città un po’ spenta. Un po’ per colpa degli stessi operatori, un po’ dei cittadini».
Quali sono le colpe dei commercianti e quali quelle dei cittadini?
«I cittadini sono sempre più attirati da altri “lidi”, senza rendersi conto che in questo modo non fanno altro che spegnere le attività locali. Dall’altra parte i commercianti non sempre capiscono le esigenze del mercato. Io credo che il commerciante sia per definizione un camaleonte, una persona che deve sempre cercare di adeguarsi alle esigenze del momento, sapendo anche cambiare i propri orizzonti. Invece, molto spesso vedo che si preferisce andare avanti con la propria routine. E questo non va bene, dobbiamo essere in grado di inventarci sempre qualcosa».
Lei dice che la città è un po’ spenta. Si riferisce alle varie chiusure di questa estate?
«Hanno ripreso a chiudere alcune attività. Pensiamo alla Maison Liberty che vendeva articoli per la casa in piazza dei Martiri. Aveva aperto da qualche mese e ora ha già chiuso i battenti. Il bar Opera sotto porta Dante ha chiuso, anche And, che vendeva abbigliamento in via Matteotti ha svenduto tutto e ha chiuso. E questo per i prezzi troppo alti degli affitti. Certo non è così dappertutto, ma quello del canone di locazione resta uno dei problemi maggiori per un negoziante. Insieme con le bollette della luce, e le varie tasse a cui siamo soggetti».
Ma c’è anche qualche apertura?
«Qualche tempo fa aveva chiuso in via Matteotti anche la rivendita del panificio De Col e ora al suo posto ha aperto un’osteria con prodotti veneti. Un’enoteca aprirà anche in via Mezzaterra. Qualcuno cerca di darsi da fare, ma poi resistere diventa difficile. Anche perché dobbiamo fare i conti con tante cose, e tante spese. E spesso anche gli enti pubblici e non solo non ci aiutano. Anzi».
A cosa si riferisce?
«Qualche tempo fa un negozio di abbigliamento del centro ha ricevuto una sanzione di mille euro per non aver esposto un prezzo in vetrina. Il problema è che il commerciante stava pulendo la vetrina, ma non aveva messo il cartello “vetrina in allestimento” e così è stato multato. Anch’io ho ricevuto una multa per aver lasciato la mia Ape in sosta davanti al mio negozio di ortofrutta in attesa di scaricarla. Ero arrivato dal mercato e dovevo scaricare la merce, ma in negozio c’era gente e così ho lasciato il mezzo parcheggiato per servire i clienti. Quando ho finito, mi sono trovato sul parabrezza la sanzione per divieto di sosta, 30 euro. Certo non è una somma pesante, ma è sempre una spesa in più. So che ero in torto, ma non avevo intenzione di lasciare la mia Ape tutto il giorno lì in sosta. Credo che serva un po’ di tolleranza. Insomma, diventa difficile, per chi ha un’attività resistere in queste condizioni». —
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