Quero Vas e Alano: primi dubbi sugli effetti della fusione

Dubbi sulla fusione tra Quero Vas e Alano di Piave: non è stato del tutto positivo l’incontro inaugurale di ieri sera al centro culturale “Bice Lazzari” di Quero, che le amministrazioni comunali hanno riservato alle associazioni di volontariato e ai portatori di interesse dei due enti intenzionati ad unificarsi.
Nonostante le rassicurazioni dei sindaci Bruno Zanolla e Serenella Bogana sulla validità del progetto, forti dello studio di fattibilità (presentato nei vari punti come accaduto in consiglio comunale lo scorso 13 dicembre) c’è stato chi ha esposto le proprie perplessità, perché i due Comuni potrebbero sopravvivere anche senza la fusione, che è una scelta, non un obbligo.
«Se la fusione andasse in porto, cosa accadrebbe con i contributi dopo dieci anni? Ci ritroveremo con un Comune enorme e con problemi grandi» è intervenuto Silvano Susanetto, del gruppo dei donatori di sangue di Quero. A fargli eco sono state altri anche Luciano De Faveri della Pro Loco Fener e altri rappresentanti di categoria, i quali hanno chiesto «se i servizi per la popolazione rimarranno effettivamente sia a Quero che ad Alano e come verrà organizzata la macchina burocratica».
Alla prima domanda ha risposto Serenella Bogana, ricordando che «più i Comuni sono grandi e più sono ricchi: è un’analisi eseguita dall’Anci. Nell’arco di dieci anni il nuovo ente verrà organizzato in maniera tale da creare delle nuove economie ben oltre questo arco di tempo. I soldi che si ricevono da Stato e Regione genereranno occasione di sviluppo e di denaro».
Alla seconda, Bruno Zanolla ha replicato che la sede del nuovo Comune potrebbe essere facilmente Quero per la propria centralità geografica. «Con le risorse della fusione il servizio al cittadino non cambia, ma dovrà essere migliorato e potenziato nella comunità di Alano» ha proseguito Zanolla, «ossia con degli sportelli moderni polifunzionali».
Ad invitare ulteriormente la popolazione del Basso Feltrino a riflettere sulla fusione, ci ha poi pensato il consigliere comunale di minoranza di Quero Vas Antonio Mondin. «Bisogna parlare di qualcos’altro oltre ai fondi» ha detto Mondin, «che sono stati sì importanti in passato, ma per dieci anni il nostro sistema economico a livello comunale è stato dopato. Ci sono state conquiste come l’azzeramento della Tasi, un vanto sia della maggioranza che della minoranza, perché a suo tempo fu una scelta voluta da tutti. Sia i Comuni singoli che un eventuale Comune unico si troveranno però ad affrontare delle sfide inquietanti nei prossimi anni. Si cita l’elemento demografico nello studio di fattibilità: a Quero Vas, nel 2022, ci sono stati nove nati. Una cifra quasi apocalittica. E credo che Alano sia sullo stesso livello. Fatti due conti, significa che a scuola, tra qualche anno la classe 2022 del Basso Feltrino sarà una sola, tra Vas, Quero e Alano. Con tutta una serie di ricadute sulle scuole e su tutta la nostra popolazione. Quello che mi inquieta è che Quero Vas, nonostante gli sforzi di questi dieci anni, non sia riuscita ad invertire questo trend, nonostante ci fossimo vantati di essere riusciti a mantenere dei servizi grazie alla fusione con Vas. Dal 2014 Quero Vas ha perso trenta abitanti all’anno: eravamo 3.300, e andremo sotto i 3mila. Ci ritroveremmo con tre municipi e a capire come gestirli. Vas quella volta perse l’anagrafe. La fusione sarà una sfida di razionalizzazione delle risorse».
A decidere, alla fine, saranno i cittadini, con un referendum, entro il 31 ottobre
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