Quella volta che Bergagnin chiese: «Ministro Tremonti, vuole anche lo scontrino?»

Il titolare ricorda la vendita di uno stendibiancheria al politico di Lorenzago. Il negozio è aperto dal 1951: «Il nostro segreto? Siamo sempre vicini al cliente»

SANTO STEFANO

«Mi venne spontaneo chiedergli se voleva lo scontrino. Lui mi guardò perplesso, incerto se stessi scherzando o se invece non mi fossi proprio accorto con chi avevo a che fare. Poi fece una risata e mi disse: “Ovviamente, grazie”». Quel signore, che si era presentato da Franco Bergagnin, dell’omonima ferramenta di Santo Stefano, era l’allora Ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti, che ha casa a Lorenzago e cercava uno stendibiancheria. «Uno dei tantissimi clienti che entrano ogni giorno nel nostro negozio, fin dal 1951», spiega Franco, «e che noi serviamo con la stessa, puntuale attenzione. Il valore aggiunto di una realtà come la nostra, piccola e situata in una zona decentrata, è proprio l’attenzione al cliente, diciamo la consulenza che aggiungiamo alla semplice vendita del prodotto. Che poi tanto semplice non è, se pensiamo che far arrivare attrezzature, stufe, ma anche chiodi e viti, qui in montagna è pur sempre un’impresa».

La Ferramenta Bergagnin è un negozio storico del Comelico, inaugurato nel 1951 da Ivo (1920-1967), che prima aveva lavorato nella gestione di alcuni locali pubblici sempre in zona. «Poi mio padre, insieme a mia madre Anita (1925-2010), decise di mettere su un negozio di vetreria e ferramenta. Lui è mancato presto e ha lasciato noi quattro figli maschi: il sottoscritto, Ermes (1948-1990), Remo (1950) e Alfio (1952). Una donna forte mia madre, che ha saputo mantenere la famiglia e darci la possibilità di lavorare e proseguire l’impresa di papà».

La Bergagnin, fondata come ferramenta, si allarga ben presto nel settore del casalingo, dell’elettrodomestico e del riscaldamento. «Abbiamo acquisito una pluridecennale esperienza», prosegue Franco, «che ci ha permesso di selezionare i migliori prodotti sul mercato, cercando di garantire al cliente un servizio di qualità».

I clienti da dove arrivano?

«Ovviamente da Santo Stefano e da tutto il Comelico: sono artigiani che necessitano di attrezzatura per il loro lavoro; ma alcuni, in cerca di prodotti particolari, giungono anche da Cortina, da Sappada, dalla Carnia, dall’Alta Pusteria. Anche perché noi abbiamo un magazzino ben rifornito».

Quanti metri quadri?

«Questo negozio è di 200 mq, poi 250 mq è il magazzino e 120 mq l’esposizione delle stufe».

E cosa si trova nel vostro negozio?

«Vendiamo dal chiodo all’elettro-utensile, passando dalle bombole gas alla riproduzione di chiavi (per porte ed anche auto), dalle stufe a pellet e a legna, di cui curiamo anche la pulizia e la manutenzione, oltre che l’installazione e l’intubamento delle canne fumarie, alla minuteria, da tutto il materiale anti-infortunistico, agli spaccalegna».

È un periodo in cui ci sono parecchi incendi nelle case, perché?

«Ogni incendio ha la sua causa specifica, ma direi che si deve fare sempre molta attenzione alla manutenzione e messa a norma, perché i materiali si degradano con il tempo. «Inoltre noi facciamo anche tutte le pratiche», interviene Elisa Bergagnin (classe 1981), terza generazione, «per il conto termico, un incentivo per la rottamazione di vecchie stufe con nuove a basse emissioni; e siamo presenti nel Mercato elettronico della pubblica amministrazione».

Franco, dopo aver condotto l’azienda con i fratelli dal 1990, l’ha poi rilevata nel 2005 e oggi la guida con la moglie Iolanda De Lorenzo Poz, con cui è sposato dal 1981, la figlia primogenita Elisa, che ha lavorato per qualche anno a Belluno e poi ha deciso di tornare a vivere in montagna, e il marito di lei Giuseppe Fabbricatore (classe 1981). «Perché qui si sta davvero bene», commenta Elisa, «anche se scontiamo, per quanto riguarda la nostra attività, tantissime difficoltà in più rispetto a chi vive in pianura. Abbiamo aperto un nostro sito internet e una pagina su Facebook, perché ormai stare sui social è obbligatorio, anche per presentare in maniera tempestiva le nostre offerte. Ma soprattutto, per certi prodotti, soffriamo la concorrenza sleale del web a livello commerciale, e io dico che la vendita online dovrebbe essere tassata, perché noi abbiamo parecchi costi per mantenere aperto il negozio».

Come fate?

«Valorizzando il contatto umano, il magazzino molto fornito, la qualità dei prodotti che la gente vuole vedere e toccare prima di comprare. Di certo siamo una ferramenta situata nel cuore delle Dolomiti, calata in una realtà di piccole dimensioni. Solo il rapporto con il cliente, che ci può consultare per chiedere consigli e trovare soluzioni (cosa che oggi non accade più in un grosso centro commerciale) ci può rendere competitivi. Ed è quello che facciamo, con la consapevolezza che, se sei marginale e il tuo bacino di operatività è più piccolo, sei stimolato a lavorare meglio». —
 

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