Quel furgone inglese possibile “aggancio” con il furto da Sanvido

CESIOMAGGIORE

Poche, pochissime speranze. Ma le indagini continuano. Roberto Cassol continua a seguire con nteresse la vicenda riguardante le quindici biciclette rubate nel suo negozio “Nuova Cicli Sanvido”. Chi effettuò il colpo le prime ore di venerdì 6 marzo fuggì a bordo di un furgone con targa britannica, oltre a rubareil furgoncino Hyundai rubato al vicino negozio Conad City Soppelsa.

Inglese era pure la targa del furgone fermato poi lunedì 16 marzo all’alba in via Col di Lana a Belluno. Quel giorno una pattuglia della Polizia, nel corso dello specifico servizio di controllo del territorio in relazione alle restrizioni sulla circolazione per l’emergenza Coronavirus, si imbatte in un atipico furgone di provenienza, appunto, britannica. L’atteggiamento dell’autista romeno 26enne, il quale fornisce spiegazioni poco credibili per giustificare la propria presenza in zona, crea ulteriori sospetti delle forze dell’ordine. Così gli agenti, controllando l’interno del furgone, si trovano di fronte a 36 biciclette accatastate una sopra l’altra. Ma c’è di più: all’interno del vano vengono rinvenuti arnesi per lo scasso, come piedi di porco e tronchesi.

In seguito si scopre che la refurtiva proviene dal negozio “Cicli The Best” di Romano d’Ezzelino. Troppe le coincidenze. «Ho parlato di recente con le forze dell’ordine», racconta Cassol. «Loro stanno proseguendo con le indagini, quindi preferiscono non sbilanciarsi. Collimano diverse peculiarità, questo è sicuro. L’unico aspetto positivo potrebbe riguardare i controlli alle frontiere per contenere il diffondersi dell’emergenza. Non eravamo ancora in quarantena come ora, però magari l’autore o gli autori del furto potrebbero aver avuto difficoltà ad uscire dall’Italia. Vedremo».

Per quanto riguarda l’autista rumeno, senza fissa dimora, dopo il controllo c’era stato il successivo fermo, sino alla scarcerazione con divieto di dimora nel Triveneto. Non dovesse rispettare questa misura, sarebbe arrestato dalle forze di polizia e riportato in prigione. —

DAPO

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