Quando è uno spritz che ti cambia la vita

DOSOLEDO. Due milioni di lattine di “SpriZZerò” vendute nel 2011, 500.000 litri di una speciale bevanda che è nata a Dosoledo nel 1934 e che poi ha invaso poco alla volta il mondo.
«Sì, noi sul sito citiamo Cortina perché il mondo conosce purtroppo solo Cortina; ma le nostre radici sono profonde in Comelico», conferma Paolo De Martin, il nipote dell'inventore di questo drink, che guida adesso la “SpriZZerò by De Martin Gmbh & Co.KG” con sede a Mirabellplatz n. 7, a Salisburgo. Prodotto da Edoardo De Martin nel 1934, con vini italiani, erbe aromatiche, ed altri “segreti ingredienti naturali delle Dolomiti”, il prodotto allora venne battezzato “Originale De Martin Sprizzerol”. Oggi Paolo lo ha ribattezzato SpriZZerò («per evitare fastidiose assonanze con altri marchi», dice) e, mentre sulla ricetta continua a mantenere un ferreo riserbo (che niente ha da invidiare a quello della mitica Coca Cola), lo ha rivestito di una lattina di color arancio-oro. Perché, per farsi strada nel settore del beverage, bisogna saperne una più del diavolo anche di marketing. Ed è qui che Paolo si scatena, a cominciare da Facebook, dove compare attorniato sempre da belle donne e con un marchio di fabbrica, quel “CapiZZi?”, che chiude ogni affermazione, ogni considerazione, ogni post e che batte e ribatte come un tormentone sulla doppia Z.
«Lo slogan preferito da mio nonno Edoardo», spiega Paolo, «recitava: noi siamo ribelli. Lui aveva un bel carattere, forte ed originale, che negli anni '30 lo portò a scontrarsi con l’establishment, a causa delle sue idee visionarie, suscitando le invidie di molti concittadini. Ma i ribelli trovano sempre il modo di realizzare i propri sogni e Edoardo, che era un uomo di mondo ed amava assaporare fino in fondo le cose buone della vita, alla fine realizzò il suo sogno di creare un suo proprio drink».
“Chi sta bene ride, si gode la vita, è felice e non pensa alle cose negative”, stava scritto, infatti, su un cartello appeso all’ingresso del bar Centrale di Dosoledo gestito dalla cognata di De Martin, Lea Zandonella Maiucco. Ed era questa la filosofia di vita di Edoardo che, nel 1934, tornando a casa dai suoi numerosi viaggi all'estero (dove di lavoro faceva il clomper, ovvero riparava le pentole presso gli alberghi in Germania, Svizzera e Austria), durante i quali aveva fatto tesoro di numerose esperienze gastronomiche, decide di miscelare sapientemente gli ingredienti e di dare vita ad un suo originale aperitivo.
«Sì, con lo Sprizzerol Edoardo inventò il suo strumento personale di piacere, e lo condivise con i vicini paesi dell’area dolomitica. Io poi ho deciso», spiega Paolo, «di riprendere la sua idea e di portare avanti con tutte le mie forze l’azienda di famiglia».
Lo SprirZZerò di De Martin è un aperitivo leggero, preparato secondo l’antica ricetta di famiglia, custodita gelosamente. Ma voi, come azienda, rivendicate anche una primogenitura sullo spritz?
«No, assolutamente no. Lo spritz in sé indica una bibita sprizzata, ovvero diluita con acqua. Lo spritz, per capirci, non è solo quello presentato in televisione, come vorrebbe far credere la martellante pubblicità che vedete sugli schermi. Infatti, se si va in un bar e si chiede uno spritz, il barista ancora oggi vi chiederà: con cosa? Mentre il nostro SpriZZerò è sempre stata una bevanda finita, prima in bottiglia, dopo in lattina. Inoltre lo SpriZZerò ha solo un 5,5% di alcol, a differenza di altri spritz che ne hanno dal 9 al 13%, a seconda di come lo si prepara».
Quindi la sua definizione di SpriZZerò? «Per me è il fashion drink italiano per eccellenza. Solo di De Martin. CapiZZi?»
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