Pusher incastrati dalle videotrappole

Avevano scelto di nascondere la droga nei campi di mais di Caerano o nei casolari abbandonati della campagna attorno a Maser. Ad incastrarli sono state le videotrappole, usate dal Corpo forestale dello Stato per filmare gli animali in montagna, posizionate sui rami degli alberi. Sono finiti così nella trappola dei militari dell’Arma sei spacciatori tra i quali un feltrino, tre marocchini e altrettanti italiani, gli uni grossisti e gli altri pusher al dettaglio, accusati di aver messo in piedi un’attività di smercio di hashish nella Marca al ritmo di 40 chili al mese. Lo acquistavano per mille euro al chilo e poi applicavano il loro prezzo, con relativo guadagno, a seconda delle quantità acquistate dai clienti.
All’alba dell’altro giorno, i carabinieri di Montebelluna hanno eseguito sei ordini di custodia cautelare, emessi dal giudice delle indagini preliminari, nei confronti di Ivo Gadenz 56 anni di Feltre, Silvio Merlo, 48 anni di Trevignano, Gennaro Giuliano, 50 anni di Istrana, Abdelfarah Abiach, 31 anni di Castelcucco, El Hamri Hasnabi, 33 anni di Istrana, e Khalid Krilan, 25 anni di Caerano.
I tre marocchini erano i considerati i grossisti del gruppo mentre gli italiani si occupavano dello spaccio al dettaglio dell’hashish. Secondo gli investigatori, Merlo nella zona di Trevignano e Montebelluna, Gadenz nel Feltrino e Gennaro ad Istrana e dintorni.
L’indagine è partita a fine agosto del 2014 grazie ad alcune segnalazioni di cittadini che avevano notato un anomalo via vai di extracomunitari e italiani nei campi di mais di Caerano o all’interno di casolari abbandonati nella zona di Maser. Dopo aver piazzato le videotrappole negli alberi, i carabinieri hanno dato un nome ed un volto ai trafficanti di hashish. «Nelle zone indicate - spiega il capitano della compagnia dell’Arma di Montebelluna, Eleonora Spadati - abbiamo trovato involucri abbandonati che, all’esame del narcotest, abbiamo scoperto contenere hashish».
L’inchiesta sullo spaccio, nel corso dell’anno, ha portato all’arresto in flagranza di sei persone e al sequestro di una decina di chili di hashish, oltre ad una somma di 21.000 euro come guadagno dall’attività di spaccio. Il blitz, avvenuto all’alba dell’altro giorno, ha permesso di decapitare l’organizzazione. All’appello mancano altre tre persone, tra cui il fratello di uno dei destinatari delle misure cautelari, sfuggite alla cattura.
Soddisfatti i vertici del comando provinciale dell’Arma dei carabinieri. Il colonnello Ruggiero Capodivento ha sottolineato l’importanza dell’operazione appena conclusa che ha permesso di stroncare un giro di droga che immetteva sul mercato illecito della droga una quarantina di chili di hashish al mese.
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