Proposta delle città gemellate: «Creare gli Stati Uniti d’Europa»

FELTRE«La migliore speranza per il futuro dell’Europa è quella di costituire una Federazione Europea, una sorta di “Stati Uniti d’Europa”, con maggiori poteri e competenze ai vari paesi membri per...

FELTRE

«La migliore speranza per il futuro dell’Europa è quella di costituire una Federazione Europea, una sorta di “Stati Uniti d’Europa”, con maggiori poteri e competenze ai vari paesi membri per superare le logiche nazionaliste e guardare così con più fiducia al domani». Le parole di Ivan Perotto, presidente del Comitato Gemellaggi di Feltre hanno accompagnato la conferenza svoltasi ieri nella sala convegni dell’ospedale incentrata sulle prospettive legate al vecchio continente, all’interno dell’incontro dedicato ai trattati dell’Unione Europea, caratterizzato dalla presenza di ospiti stranieri provenienti dalle città europee gemellati con Feltre: Carcaixent, Newbury, Braunfels, Eeklo, Bagnols sur Cèze e Zamosc.

L’evento, che rientra nel progetto biennale “ImagE50 – Immaginare il futuro: percorso in otto tappe verso l’Europa del 2050” finanziato dall’istituzione europea Eacea nell’ambito del programma “Europe for citizens” si concluderà a Feltre nell’agosto 2020. «L’obiettivo è quello di presentare il nostro progetto a Bruxelles per quella data», prosegue infatti Perotto, «coinvolgendo più realtà territoriali possibili».

A sostegno della sua idea il presidente del Comitato ha citato le partole di Robert Schumann, pietre miliari dell’Unione Europea per la «solidarietà e alla cooperazione tra i paesi per superare insieme guerre e i nazionalismi» e quelle della stampa francese che definisce il progetto con coinvolgimento feltrino come un sipario dotato di plasticità «dove costruire il futuro non senza i cittadini, ma con loro».

Tematiche trattate anche dagli ospiti europei. Silvya Minana di Carcaixent ha parlato di una «progettualità finalizzata a coinvolgere anche gli euroscettici», così come Zita Lang di Newbury, la quale ha definito la Brexit come «una scelta discutibile», che potrebbe restringere la libertà tra i Paesi creando nel Regno Unito una sorta di isolazionismo che andrebbe contro i principi di amicizia sui quali l’Europa del domani dovrà costruire la sua identità. Sono poi intervenuti Michael Reitz di Braunfels, Magda Vandenbossche di Eeklo, Marie Helene Garnier di Bagnols sur Cèze e Ewa Kruk di Zamosc. —

D.D.

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