Pronto soccorso di Belluno: «Di notte servirebbero due medici»

Non accennano a diminuire gli accessi al pronto soccorso del San Martino di Belluno (nel 2010 sono stati oltre 41mila). Il primario Gouigoux: «Bisogna rinforzare i turni di guardia serali»
BELLUNO. Non accennano a diminuire gli accessi al pronto soccorso del San Martino di Belluno (nel 2010 sono stati oltre 41mila), soprattutto per motivi che possono rientrare nelle competenze dei medici di base. E con questa mole di lavoro, il primario dell'unità operativa Giovanni Gouigoux lancia un appello alla direzione dell'Usl 1: «Per garantire un adeguato servizio agli utenti, sarebbero necessari due medici nel turno di notte; in alternativa, uno dei due potrebbe lavorare almeno fino a mezzanotte. «In questo modo potremo districarci meglio con le emergenze e prestare in tempi più rapidi le cure ai pazienti con codici più bassi, invece di costringerli ad attendere diverse ore, se capita un caso grave dopo le 20». A dire la verità la proposta di un "rinforzo" di notte (dalle 20 alle 8) è stata inoltrata dal primario Gouigoux diverso tempo fa: «Ma non mi è stata data risposta positiva dalla direzione strategica. Ora, poi, visti i bilanci sempre più magri, credo che questa mia richiesta rimanga soltanto un'utopia. Ad oggi, con l'organico che abbiamo, ci è impossibile garantire i due medici alla notte. Il personale medico di cui disponiamo è sufficiente solo se nessuno si ammala o sta via per periodi lunghi, altrimenti ci troviamo con l'acqua alla gola», puntualizza il direttore dell'unità operativa. I dati del pronto soccorso. L'anno scorso i pazienti passati per il reparto sono stati 41.030; di questi, soltanto 195 sono codici rossi (cioè casi gravi in pericolo di vita), mentre raggiungono quota 5.062 i codici gialli (i casi seri che devono essere visti rapidamente). A detenere il primato degli accessi al pronto soccorso, sono anche per l'anno appena passato, i codici verdi (ben 27.629), mentre i bianchi (cioè quelli che non hanno pressochè nulla), sono sono stati 4.895. Tra tutti i pazienti, 2.785 hanno usufruito del percorso cosiddetto fast track o veloce per i reparti di otorino, dermatologia e oculistica; 5.800 quelli che sono finiti nelle tre stanze di osservazione breve intensiva, «che abbiamo studiato per la sicurezza dei pazienti con sintomi ambigui», spiega il primario. «Sia i codici verdi che quelli bianchi», specifica Gouigoux, «sono casi di cui potrebbe occuparsi tranquillamente il medico di base o la guardia medica. Non mi spiego il motivo per cui la gente si rivolge ugualmente all'ospedale. Queste persone devono capire che, così facendo, intasano il servizio e che, in caso di urgenze, sono destinate ad attendere alcune ore prima di essere visitate, anche se i tempi di attesa sono migliorati nell'ultimo anno. Almeno questo è quanto dice il nuovo sistema informatico, che permette di monitorare non solo l'accettazione del paziente, ma anche il tempo che intercorre tra la presa in carico e la visita». I tempi di attesa. Per quanto riguarda i tempi di attesa, «in media, secondo quanto ci dice il programma web, si aggirano sui 14 minuti per i codici gialli, 47 minuti per i verdi e 136 minuti, quando va bene, per i bianchi. Logicamente nessuna attesa per i codici rossi, quelli più gravi». «Ci rendiamo conto che la situazione è migliorata, anche se ci è impossibile confrontrare i tempi del 2010 con quelli degli anni precedenti, perchè allora non avevamo il programma informatizzato», sottolinea il primario.

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