«Proliferano le zecche c’è il rischio epidemia»

FARRA D’ALPAGO. Un nuovo allarme in Cansiglio, quello delle zecche, tutta colpa – manco a dirlo – dei poveri cervi, che sono in sovrannumero. E che rischiano per questo di essere protagonisti, nel...

FARRA D’ALPAGO. Un nuovo allarme in Cansiglio, quello delle zecche, tutta colpa – manco a dirlo – dei poveri cervi, che sono in sovrannumero. E che rischiano per questo di essere protagonisti, nel prossimo futuro, di qualche epidemia. A scendere in campo sono gli allevatori e nella fattispecie il loro presidente, Paolo Casagrande dell’Anpa. «Scatta il problema zecche, la malattia di Lyme diffusa soprattutto dai cervi. Fino a oggi il problema non è mai stato dichiarato, anzi e stato tenuto nascosto ad arte. Ma anche in questi giorni nel Bellunese è stato rilevato un grave caso sanitario. Che cosa si aspetta ad intervenire?».

Ieri mattina, a Caorle, Luca Zaia e Franco Manzato si trovavano insieme al tavolo dell’illustrazione di un accordo per il risarcimento dei pescatori quando sarà costruito il porto off shore di Venezia. Da noi interpellato, l’assessore Manzato ha precisato che nessun documento nuovo è stato ancora prodotto sulla richiesta di abbattimento dei cervi da parte dei sindaci. Documento che questi, invece, si aspettavano per i primi di luglio. Il governatore Zaia, dal canto suo, ha ribadito la sua posizione anti-caccia sull’altopiano, dicendo di apprezzare le valutazioni positive arrivate da animalisti ed ambientalisti. Ed ecco la risposta del fronte opposto, quello degli allevatori: l’allarme-zecche. «Il problema era già stato sollevato in passato dall’Anpo Veneto», ricorda Casagrande, che mette in guardia quanti – e sono migliaia – frequentano l’altopiano in questi giorni di vacanza.

L’approfondimento scientifico e sanitario sulla inefficacia della sterilizzazione dei cervi e il costo esoso della operazione, nonché della problematica zecche-cervi-Lyme, emerge anche da una puntuale analisi di Angelo Troi del sindacato dei medici veterinari Silvep, secondo il quale è impraticabile la sterilizzazione chimica proposta dal presidente della Regione, ancorché molto costosa. Non solo, se non si procede immediatamente con gli abbattimenti si porrà una grave questione sanitaria, a cominciare appunto dalle zecche. «Anche studiosi dei servizi veterinari della Regione», fa sapere Casagrande, senza svelare i loro nomi, «ci hanno detto che si stanno creando pericolose condizioni per lo scoppio di qualche epidemia». «Quindi, caro presidente Zaia», insiste Casagrande, «se nessuno vuole i cervi nei parchi; se la selezione e la riduzione controllata non si possono fare per sole ragioni cervellotiche (ambientaliste o animaliste) e di immagine della politica; se la sterilizzazione è inefficace, oltre che super costosa; se i danni agli agricoltori non sono pagati da anni; se i danni arrecati al bosco per i prossimi 40 anni sono incalcolabili e irrimediabili, e altri danni continuano a aumentare; se i rischi sanitari sull’uomo sono sempre più allarmanti... aspettiamo di conoscere la prossima trovata…».

Il tema sarà ripreso con ogni probabilità all’interno delle manifestazioni programmate al raduno dei cimbri, sabato e domenica prossimi a Pian Osteria. Dove saranno presenti i sindaci dell’altopiano e non mancheranno, questa volta, neppure gli allevatori, a far loro quadrato.

Francesco Dal Mas

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