Presidi preoccupati: «C’è ancora molta incertezza sulla ripartenza»

belluno
Tra test sierologici facoltativi, che ancora non si sa chi li farà, e lavori di sistemazione che devono ancora partire a due settimane dalla riapertura delle scuole, a regnare sovrana sul nuovo anno scolastico è l’incertezza. Una incertezza che riguarda perfino la ripresa delle lezioni, visto che qualcuno parla addirittura di far partire le lezioni dopo le consultazioni elettorali del 20 e 21 settembre. Insomma per i dirigenti scolastici si prospetta una bella gatta da pelare.
Sul test sierologico, che è facoltativo, la preside dell’Iti Segato, Ilaria Carusi anticipa che lo farà, e così pure la collega dell’istituto Calvi, Renata Dal Farra. Ma per il resto del personale «ci si affida alle singole persone, anche se trovo che sia utile e positivo fare lo screening», dice Carusi. «A mio parere sottoporsi al test costituisce un punto fermo anche dal punto di vista psicologico: se è testata la negatività uno tende ad essere più prudente e a conservare il vantaggio acquisito. Io lo rifarò e anzi lo incoraggerò tra il personale del mio istituto».
Resta poi l’incognita di come si riapriranno le scuole. I lavori previsti per poter ottenere maggiore spazio da consentire il distanziamento sociale in classe ancora non sono partiti. «La Provincia ha fatto un sopralluogo: sia per la messa in sicurezza della scuola interna sia per consentire lo svuotamento di materiale ingombrante al Brustolon così da ottenere più classi. Per quanto riguarda la mia richiesta di copertura per il cortile del Segato e la zona esterna del Brustolon per consentire una ricreazione al coperto ancora non ho avuto risposte», dice Carusi che precisa che i lavori di adeguamento sismico dei due istituti sono stati sospesi.
Anche all’istituto Calvi si naviga a vista. «Oggi i tecnici provinciali verranno a vedere gli interventi da avviare. Io ho bisogno di aule, per questo avevo chiesto di poter realizzare dei container all’esterno. Se questo non sarà possibile dovrò togliere i laboratori».
Incertezze ci sono anche sul fronte del trasporto scolastico. «Da quanto abbiamo capito», dicono le due dirigenti, «Dolomitibus non cambierà l’orario dello scorso anno e quindi i ragazzi viaggeranno sulle corriere come sempre, indossando le mascherine, per poi entrare in classe tramite diversi accessi e così anche all’uscita per evitare assembramenti. Noi useremo sette porte», dice Dal Farra che aggiunge: «C’è molta incertezza su questo nuovo anno scolastico, perché molte sono le variabili: i ragazzi fanno fatica a rispettare le regole e così di volta in volta si deve corregge il tiro per evitare contagi. Speriamo solo che non ci sia un aumento di casi positivi».
E in attesa di capire quando inizieranno le lezioni e in che modo, le scuole si stanno attrezzando per garantire la massima sicurezza al personale che vi opera e agli studenti, senza tralasciare però la possibilità, non così tanto remota, di dover attivare ancora una volta la didattica a distanza. «Noi ci stiamo preparando per le lezioni in presenza, senza però tralasciare tutto quello che serve per le lezioni a distanza», dicono Carusi e Dal Farra facendo intendere però che la speranza è che la didattica online resti soltanto l’estrema ratio di fronte ad una epidemia che tutti si augurano possa concludersi al più presto. —
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