Prade: «La giunta Massaro si deve mettere al lavoro»

BELLUNO. Un giudizio neutro sull’operato del sindaco, più severo, invece, nei confronti della giunta, «che deve lavorare di più». L’ex primo cittadino di Belluno, Antonio Prade, riassume così i primi cento giorni del suo successore e della sua squadra. «Un giudizio negativo sarebbe solo carico di pregiudizi. È passato troppo poco tempo, un giudizio completo lo si potrà dare solo alla fine dell’anno», spiega Prade.
Se nei confronti del sindaco, Prade (ieri accompagnato dai consiglieri Maria Cristina Zoleo e Francesco Pingitore) si dichiara «in attesa», sono più dure le parole che usa per la giunta: «Vedo troppi professori, vorrei vedere un artigiano con le maniche della camicia tirate su, che lavora. Noi eravamo muli da lavoro, e la produzione dei miei cinque anni è stata imponente anche per questo».
Il regolamento di conti nel Pd. Qualche aspetto di criticità, però, l’ex sindaco lo individua: «Nella lotta fratricida che si è sviluppata all’interno del Pd, e che vede il sindaco protagonista in prima persona, come se ci fossero dei conti interni da regolare». Che, secondo la Zoleo, erano prevedibili, perché «successe la stessa cosa a me nel 2007». «Spero che ciò non vada a discapito della città, quindi mi auguro Massaro se ne tiri fuori», aggiunge Prade.
L’opposizione. Il Pd, oggi, siede all’opposizione, in consiglio, come il Pdl. «Questo consiglio comunale è schizofrenico», ha spiegato Zoleo. «Un ex Pd fa il sindaco, in opposizione ci sono Pdl e Pd. Noi però non volgiamo condividere le risse, i personalismi e le cattiverie. Non è questo il modo di fare politica. Noi vogliamo fare un’opposizione costruttiva». Facendo fronte comune con il Pd? Difficile, alla luce delle parole della Zoleo, che ritiene che «non si debba fare la guerra al sindaco solo perché stiamo dall’altra parte».
Eppure proprio Prade qualche problema l’ha avuto, con la sua maggioranza, che più volte è salita sulle barricate. «Certo, e credo sia uno dei motivi per cui ho perso le elezioni. Non ho saputo far passare il messaggio che quelle persone non ci sarebbero più state e quelle cose non sarebbero più successe. Avevo pensato di non rimanere in consiglio, ma, per il momento, ci sono. Anzi, ci siamo, per la città».
«Posso anche fare lo spettatore per cinque anni, purché lavorino». Non usa mezzi termini, Prade, per chiedere alla giunta e a Massaro di mettersi al servizio della città. «Fino ad adesso si è fatta flanella, a parte un grande impegno comunicativo. Ma hanno anche intenzione di produrre qualcosa? Sul Nevegal, Massaro vuole prendere posizione? Sui palazzi culturali del centro c’è qualche idea? La conferenza dei sindaci è destinata a essere sopita? Come verrà gestita l’urbanistica?». Prade rimprovera anche a Massaro di «aver aumentato le tasse e di aver, al contempo, continuato sulla strada della vendita delle quote di Dolomitibus», e gli chiede di tessere migliori rapporti con «Zorzato e Chisso, piuttosto che con Renzi. Che stia con Bersani o Renzi è irrilevante per la città, ma la relazione con gli assessori regionali dev’essere produttiva, a servizio della città».
Alessia Forzin
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