Porta della chiesetta sbarrata Così l’Ulss ha chiuso l’edificio

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Porta d’ingresso della chiesetta del quartiere San Paolo sprangata con due assi di legno e avviso dell’Usl Dolomiti, proprietaria della struttura: “chiesa inagibile per motivi di sicurezza”. Brutta sorpresa per i residenti della zona di San Paolo-Tortesen e delle parrocchie del Duomo, Sacro Cuore e Santa Maria degli Angeli, che dopo aver sottoscritto a settembre una petizione per salvare dal degrado la storica chiesetta e rilanciato l’appello alle istituzioni a novembre sollecitando un riscontro alla richiesta di intervento, hanno visto comparire all’improvviso il cartello che gela le speranze dei 117 firmatari. È stato appeso nelle scorse settimane, in seguito a un sopralluogo dei tecnici dell’Usl che hanno riscontrato l’inagibilità.
L’iniziativa popolare è nata durante i mesi estivi, facendo girare una lettera che ha ottenuto una grande risposta dai residenti, grazie alla collaborazione di un gruppo di volontari che si è mosso per portare la raccolta firme di casa in casa, con la speranza di vedere rimessa a nuovo la storica chiesetta di San Paolo, simbolo del quartiere. È l’unico residuo dell’importante e antico complesso ospedaliero cinquecentesco, che si trova in condizioni tali da destare preoccupazione di fronte alle fessurazioni sulle mura perimetrali e dubbi sulle condizioni del tetto.
In 117 hanno sottoscritto la petizione, che il 13 settembre è stata inviata alla direzione dell’Usl Dolomiti (che ha la competenza sull’immobile), ma anche ai membri della conferenza dei sindaci e per conoscenza al parroco delle tre parrocchie del centro (Duomo, Santa Maria degli Angeli e Sacro cuore) don Angelo Balcon, al fine di ricercare modalità d’intervento per scongiurare future ripercussioni alla stabilità strutturale.
Nessuna risposta, poi è spuntato il cartello con lo stemma dell’Usl 1 Dolomiti che dichiara inagibile la chiesetta, con tanto di assi di legno che sbarrano l’ingresso. Una mossa che lascia attoniti i firmatari, a cominciare dal promotore dell’iniziativa popolare Gian Vittorio Zucco. «Non abbiamo mai avuto risposta alla petizione e adesso hanno sprangato la porta senza avvertire nemmeno il parroco», dice. «Capisco le difficoltà della situazione a livello sanitario e non si pretendevano impegni, ma si chiedeva un po’ di sensibilità, dando un riscontro di qualsiasi tipo ai cittadini sulla problematica di San Paolo, che fosse positivo, negativa o interlocutorio».
Il timore è che la chiesetta sia destinata a rimanere chiusa. «Dispiace», commenta Gian Vittorio Zucco. Che aggiunge una considerazione: «Se non fosse stato per la petizione, a questo punto ci sarebbero stati dei pericoli, se è inagibile». Il parroco del centro rimane alla finestra: «Sono stato informato dagli abitanti, ma la chiesetta è di proprietà dell’Usl», si limita a commentare don Angelo Balcon. —
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