Popolare di Vicenza, soci preoccupati

BELLUNO. «Dopo le feste di Natale faremo degli incontri prima a Belluno e poi a Feltre, per metterci in contatto con i soci bellunesi della banca Popolare di Vicenza, che rischiano di perdere parte o gran parte dei loro risparmi». Andrea Biasiotto, attuale vice sindaco di Quero Vas (in passato sindaco di Vas) è vice presidente dell’associazione Azionisti associati banca Popolare di Vicenza, nata a ottobre per tutelare investitori e risparmiatori.
Il cuore dell’associazione è Valdobbiadene dove c’è uno zoccolo duro di azionisti della Popolare Piva che nel 1998 confluì nella banca vicentina. Ma prima della Piva, a finire nell’orbita di Vicenza ci fu anche la Banca Popolare della Provincia di Belluno nata nel 1995, che ebbe come primo presidente Leonardo Del Vecchio, e che venne accorpata nel 1997.
«Sto ricevendo telefonate da tutto il Veneto» ammette Biasiotto, «anche dal Bellunese. Per questo abbiamo bisogno di far conoscere il nostro lavoro e il nostro scopo. E abbiamo bisogno di allargare il nostro numero di associati: attualmente siamo in cento, ma se siamo di più possiamo avere maggiore forza nei confronti della Banca e anche più possibilità economiche per trovare dei consulenti e degli esperti che ci aiutino a capire e a tutelarci».
La Popolare di Vicenza sta per seguire la strada di Veneto Banca, con la trasformazione in spa, la ricapitalizzazione (1.5 miliardi) e l’ingresso in Borsa. Il tutto entro la fine del 2016 come prevede il decreto del Governo.
Cosa sta accadendo nella Popolare di Vicenza? «Fino all’11 aprile scorso le azioni valevano 62.50 euro, poi il valore è sceso a 48 euro. E ora non si sa cosa potrà accadere. Ci sono analisti che parlano addirittura di dieci, dodici euro ad azione. Questo significa che sono evaporati i risparmi di una vita per migliaia di soci. E parlo di risparmi, non di speculazioni finanziarie. I soci sono persone che si fidavano della loro banca. “Siamo radicati nel territorio” ci dicevano, spendendo la parola “territorio” come se fosse la garanzia della sicurezza dei risparmi. “Le altre banche perdono, la nostra no”, era un’altra frase. Poi la bolla è scoppiata ed è successo il caos».
L’associazione degli azionisti vuole cercare di capire cosa è successo e quali sono le condizioni reali della Popolare vicentina. «Dobbiamo cercare di fare gruppo per contare di più, per poter avere un interlocutore migliore dentro l’istituto di credito. Ma vogliamo anche capire se ci sono state delle responsabilità, e di chi sono».
E soprattutto, se si sta correndo molto, considerato che il termine per la trasformazione è a fine 2016: «Rischiamo di essere travolti da una fretta che non è chiara».
L’assemblea della Popolare di Vicenza è stata fissata al 19 marzo. Prima di allora, gli azionisti vogliono capire bene cosa sta accadendo, e soprattutto cosa succederà ai loro risparmi. I soci sono 117.000, sicuramente sono centinaia, se non migliaia quelli bellunesi. Piccoli azionisti, imprenditori, artigiani.
«Con quello che sta succedendo nelle banche venete, in questi ultimi mesi sono stati bruciati miliardi di euro» aggiunge Biasiotto, «frutto di una vita di lavoro e di risparmi. Che scelte sono state fatte nella Popolare di Vicenza, come hanno vigilato il collegio sindacale e le società di vigilanza dei bilanci? E la Banca d’Italia e la Consob, dove erano in questi anni?».
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