Ponte, verso la conclusione i lavori all’ex macello di Criol

PONTE NELLE ALPI. Ancora pochi interventi e i lavori alla sede della protezione civile di Ponte nelle Alpi, all’ex macello, saranno conclusi.
L’edificio in questione si raggiunge attraverso un breve tratto di camionabile scendendo verso il Piave. Per adeguare l’edificio alle nuove esigenze si è reso necessario riprogettarlo. Al progetto esecutivo dei lavori che ammontavano a 180mila euro (99mila consistenti in un contributo della Regione e i rimanenti con l’accensione di un mutuo da parte del Comune), si sono aggiunti modesti lavori di completamento al livello superiore del fabbricato per l’importo complessivo di altri 11mila euro.
Insomma, interventi più contenuti (come tinteggiature e piccole manutenzioni) che saranno eseguiti dai volontari della protezione civile di Ponte nelle alpi – Soverzene e alla fine quello che era un edificio malconcio diventerà una struttura adeguata alle esigenze della protezione civile di questi anni.
Ma non solo. A conclusione dei lavori edili si rende necessario completare il fabbricato con quegli impianti necessari alla sua funzione quali, tra gli altri, l’impianto per il Nore (Nucleo operativo radio emergenze) formato dai pali, antenne e collegamenti.
In buona sostanza l’amministrazione comunale intende disporre di un fabbricato pienamente operativo in caso di emergenze e quindi dotato di tutti gli impianti necessari, dal collegamento dati con gli altri stabili comunali, alle radio per le comunicazioni di emergenza. A tale scopo sono state interpellate alcune aziende locali che hanno presentato una serie di preventivi per la fornitura dei materiali destinati all’installazioni dei dispositivi per le radio telecomunicazioni.
Tra qualche mese, insomma, si concluderanno positivamente le vicende legate all’ex macello di Criol, la cui storia va fatta risalire a poco meno di 50 anni fa. Il progetto dell’epoca prevedeva la realizzazione di un grande magazzino al piano inferiore ed un appartamento al piano rialzato. La struttura fu portata al tetto, furono posizionati gli infissi, l’appartamento fu intonacato e poi … basta. La Regione riorganizzò i punti dei macelli (per il Bellunese ne erano stati individuati tre: Feltre, Agordo e Longarone). E così il progetto si bloccò.
L’edificio rimase in stato di abbandono per decenni, deteriorandosi sempre di più. L’appartamento fu utilizzato come archivio comunale finché fu deciso di trasformare l’ex macello in sede della protezione civile.
Paolo Baracetti
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