Ponte chiuso, un comitato a Soverzene

«Vogliamo chiarezza, perché questa situazione incide sui bilanci familiari». Sabato la presentazione
Di Enrico De Col
Problemi di staticità al ponte di soverzene
Problemi di staticità al ponte di soverzene

SOVERZENE. La chiusura del ponte-diga di Soverzene sta causando molti disagi alla popolazione, costreta a un percorso alternativo obbligatorio molto più lungo e scomodo. Se a questo disservizio si aggiunge la poca chiarezza in merito ai progressi e ai tempi dei lavori, si può capire come la sopportazione degli abitanti sia giunta al limite.

Per dare voce alla cittadinanza è quindi nato un nuovo comitato civico dal nome “Liberi di muoversi”, che si presenterà ufficialmente alla stampa sabato pomeriggio al ristorante “La conchiglia”.

Secondo gli ultimi aggiornamenti ufficiali, il ponte-diga (principale accesso al paese, chiuso alla circolazione dopo le violente precipitazioni del giorno di San Martino e i gravi danni riportati dai piloni, erosi dalla piena del Piave) dovrebbe essere riaperto alla viabilità entro due o tre mesi. La strada alternativa è l’intercomunale verso Provagna, oggetto invece di lavori di allargamento e sistemazione, viste le sue condizioni non ottimali per via delle buche, dell’assenza di protezione ai lati o della corsia stretta; opere che dovrebbero almeno migliorare la viabilità di quello che al momento resta l'unico accesso a Soverzene.

Il problema è che intanto i residenti di Soverzene che devono recarsi in Valbelluna o anche solo a Ponte nelle Alpi per andare a scuola, sono costretti ad allungare non di poco i chilometri percorsi. Questo malessere ha anche causato, alla fine delle vacanze natalizie, alcuni ingorghi con attraversamenti abusivi in auto del ponte.

«Siamo appena nati e non vogliamo attaccare nessuno», dicono i responsabili del comitato, che presentano la conferenza stampa di sabato. «Chiediamo però un maggiore ascolto dei nostri problemi da parte sopratutto di Enel (principale gestore e responsabile dei lavori al ponte, ma anche alla strada), Provincia e Regione. Alcune cose meritano maggiore chiarezza e risposte certe, non possiamo venire a sapere le cose solo dalla stampa. Per esempio: perché l'Enel non ha mai fatto un'assemblea pubblica per spiegare alla gente come stanno le cose, come vanno veramente i lavori e quando finiranno? Per questo stiamo preparando una lettera di sollecito da inviare al prefetto e ai consiglieri regionali».

«Sono mesi che molta gente si deve fare 15 chilometri in più al giorno per andare al lavoro. In questi tempi di crisi la benzina non ce la regala nessuno e questo incide non poco sul bilancio delle famiglie. Magari sarebbe giusto pensare almeno a una parte di rimborso».

Da risolvere il nodo dei tempi della promessa riapertura, che si allungano sempre più: «Abbiamo parlato in modo informale con i responsabili della ditta che gestisce i lavori al ponte: secondo loro due mesi non sono sufficienti per terminare il tutto. Senza contare gli imprevisti, come le nuove ondate di maltempo sul Piave che possono fermare ancora i progressi».

Altro problema è la strada intercomunale per Longarone: «Ancora oggi è in condizioni pietose. I lavori di sistemazione procedono veramente a rilento, basti pensare che nei giorni scorsi, per via della pioggia, il cantiere era chiuso. Prima c'erano le vacanze di Natale e la neve, ma questa è una situazione di emergenza, bisognerebbe lavorare lo stesso. Basta dire che, ad oggi, hanno asfaltato solo cento metri di strada. Insomma: chiediamo di essere ascoltati, perché Soverzene non può essere un paese di serie B».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi