Poliziotta si spara allo stadio: in fin di vita
L’agente controllava vicolo Foscolo sotto la curva degli ultras. Nel video delle telecamere ripresa una prima discussione con l’altra donna, che prova a fermarla e farla desistere

I primi soccorsi allo stadio
TREVISO.
Tragedia al Tenni. Luciana Callegher, poliziotta di 42 anni, ha cercato di suicidarsi sparandosi al mento con la sua pistola, venti minuti dopo l’inizio della partita tra Treviso e Grosseto, immediatamente sospesa. Operata nel reparto di Neurochirurgia del Ca’ Foncello, lotta tra la vita e la morte.
Il dramma è accaduto in via Foscolo dove la collega Paola Da Re, 45 anni, è rimasta ferita al volto nell’inutile tentativo di salvarla. «Non sono riuscita a fermarla», ha ripetuto durante l’interrogatorio.
La partita era iniziata da una ventina di minuti quando all’esterno dell’Omobono Tenni è successo il finimondo. Sono le 16.25 quando la Callegher, originaria di Sovramonte nel Bellunese da una decina d’anni in servizio a Treviso, ha estratto dalla fodera la Beretta 92/S calibro 9 e si è sparata un colpo al mento.
Poco distante c’era la collega che urlava di fermarla. Il fatto è avvenuto in via Foscolo, dietro la curva dei tifosi del Treviso. Tra questi c’era Alberto Zamprogno che ha assistito a tutta la scena. «Ho sentito le urla di una poliziotta che era stesa a terra — ha detto dopo essere stato interrogato in questura — ho visto un’altra agente correre, mentre faceva scarrellare la pistola due volte. «Non farlo, no, non farlo...», le ha urlato mentre la rincorreva, ma la donna si è puntata l’arma sotto il mento e ha premuto il grilletto. Una scena agghiacciante».
Immediatamente nelle tribune si è sparsa la voce di quanto era accaduto. I tifosi hanno avvisato i calciatori che avevano da poco iniziato la partita. Il match è stato quindi rinviato per motivi di ordine pubblico. La decisone è stata presa in un breafing tra la terna arbitrale, la società del Treviso calcio, la questura, la Figc e l’ispettore della Lega calcio.
Fuori dallo stadio è invece accaduto di tutto. Tre ambulanze si sono portate sul luogo dello sparo dove c’erano già poliziotti e carabinieri. La Callagher, che giaceva in una pozza di sangue, è stata portata al pronto soccorso dove, dopo essere stata stabilizzata, è stata operata nel reparto di Neurochirurgia.
La Da Re, che ha inutilmente cercato di fermare la collega, è stata dimessa con una prognosi di 14 giorni. Sono stati attimi di panico. Sono state visionate le immagini registrate dalle telecamere puntate in via Foscolo. Dalle prime indiscrezioni emerge che l’inseguimento tra le poliziotte è durato circa due minuti. Purtroppo non c’è l’audio, ma si vede chiaramente un primo fuggi fuggi della gente che era nella zona, seguito dalla Da Re che si rialza da terra e si mette all’inseguimento della Callegher già con la Beretta in mano. Questa carica per due volte l’arma, tanto che vengono poi rinvenuti due bossoli inesplosi.
Poi se la punta al mento e si spara dal basso verso l’alto. Chi ha visto le immagini è rimasto choccato. Tra questi il vicesindaco Giancarlo Gentilini e il questore Filippo Lapi che è arrivato al Tenni appena dopo aver saputo della tragedia. E proprio il questore, dopo essere stato all’ospedale per essere messo al corrente delle condizioni di salute della donna, ha parlato della Callegher. «Una persona tranquilla, capace, che non aveva mai mostrato prima segni di disagio nè ai colleghi nè ai superiori — ha spiegato dal suo ufficio in via Carlo Alberto — sono molto addolorato, ho il morale sotto i tacchi, stiamo cercando tutti di capire come possa essere successo». Non è stato ritrovato nessun biglietto che potesse far pensare a propositi tanto drammatici da parte della poliziotta di quartiere. Ma all’interno di una tasca della divisa è stato recuperato un foglio di carta con scritte alcune preghiere.
Del caso è stato subito informato il sostituto procuratore di turno Valeria Sanzari. Gli inquirenti ritengono plausibile l’esistenza di un quadro depressivo della Callegher. Fatto poi confermato dalla stessa sorella della poliziotta arrivata nel pomeriggio da Belluno. Il dottor Giovanni Mazzoleni, primario di Maxillofacciale, ha affermato che il programma degli interventi prevede il lavoro dell’equipe di otorino per la tracheotomia, quindi subentreranno le squadre di neurochirurgia e solamente per ultima l’equipe di maxillofacciale. E per i poliziotti di Treviso sono ore d’ansia.
Argomenti:dramma allo stadio
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