Pochi infermieri alla “Barzan” Longarone cerca una soluzione

LONGARONE
L’amministrazione comunale lancia l’allarme di fronte alla notevole difficoltà nel reperire personale sanitario per la casa di riposo.
Durante l’ultima seduta del consiglio comunale si è infatti discusso del bilancio dell’azienda speciale, evidenziando alcuni interventi sulla struttura del centro servizi Barzan e sottolineando quella che è una criticità diffusa riguardante il personale.
«C’è una drammatica carenza di infermieri», ha affermato il vicesindaco e assessore al sociale Ali Chreyha, «anche se a Longarone la situazione è più rosea rispetto ad altre zone provinciali stiamo comunque perdendo personale. In poco tempo siamo infatti passati da 7 a solo 4 infermieri. Tutto questo nonostante il buon trattamento economico: i bandi vanno sempre quasi tutti deserti. Nell’ultimo bando di concorso si è presentata infatti una sola persona che purtroppo si dichiarata “no vax” e quindi non è stato possibile assumerla».
«Il nodo centrale», ha continuato Chreyha, «è che molti candidati vengono da distante e c’è una richiesta di alloggio gratuito come condizione quasi necessaria nell’accettare questo tipo di lavoro. Le nostre soluzioni sono scontistiche sugli affitti e la creazione di una borsa di studio fino a 30 mila euro per i giovani che vogliono studiare i corsi infermieristici con la clausola che però rimangano nel nostro territorio con un contratto esclusivo per almeno 3 anni».
La minoranza ha lanciato le sue proposte: «Nel nostro territorio», ha affermato il consigliere Rizzeri Olivier, «ci sono 8 alloggi Ater sfitti. Direi che si possono affidare al personale sanitario che vuole insediarsi qui visto che si può paragonare ad un’emergenza abitativa. Anche queste persone possono rientrare tra le varie categorie interessate da questa opzione».
Più critico il consigliere Antonio Romanin: «Le stanze nuove in casa di riposo sono finalmente arrivate dopo lavori lentissimi e fatti con una partita di giro. Ci saremmo aspettati un piano più innovativo con spazi più vivibili creando dei monolocali. Perché non sono stati usati i fondi Covid? L’auspicio è recuperare appartamenti abbandonati magari pagando l’affitto».
«Siamo consapevoli che gli spazi non sono il massimo», hanno replicato Chreyha e il sindaco Roberto Padrin, «stiamo facendo il possibile per abbellirli con la prossima creazione di stanze ridotte da quattro a due letti ma vogliamo essere chiari: il problema non solo le strutture. Per quanto riguarda il problema della residenza non possiamo dare gli alloggi Ater perché non sono di competenza comunale e poi hanno il numero massimo di posti già occupato, oltre al fatto che in alcuni casi ci sono spazi inagibili. Insomma, le richieste di posti letto in casa di riposo ci sono (a metà giugno le legge permetterà finalmente il via libera a nuovi ingressi) ma la vera preoccupazione è il mantenimento dei servizi, possibile solo con adeguato personale». —
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