Pochi assistenti sociali a Belluno: bando di concorso pubblicato quattro volte
Pochi i candidati che si sono presentati dal 17 luglio a oggi.
I sindacati: «Stipendi bassi, impieghi non più appetibili»

Quattro bandi di concorso consecutivi per trovare degli assistenti sociali. Sono lontani gli anni in cui c’erano file lunghissime per accaparrarsi un posto in un ente pubblico. Ora i concorsi vanno deserti o i numeri dei candidati sono così esigui che le pubbliche amministrazioni sono costrette a pubblicare il bando più di una volta sperando che qualcuno si presenti.
Il concorso pubblico in questione – pensato per costituire una graduatoria per assunzioni a tempo determinato di funzionari assistenti sociali – era stato pubblicato il 17 luglio di quest’anno dal Comune di Belluno sia nella piattaforma InPa sia all’albo online e nel sito Internet comunale: il termine di presentazione delle domande era fissato al 16 agosto. Quattro giorni prima, non essendo pervenuta alcuna domanda, il Comune aveva deciso di prorogare al 5 settembre i termini delle candidature. Stesso discorso il 2 settembre quando, in considerazione dell’esiguo numero di domande, il termine era stato prorogato ulteriormente al 25 settembre. «Alla scadenza sono pervenute quattro domande e visto che statisticamente il numero di candidati che si presentano a sostenere le prove si riduce di circa la metà, abbiamo ritenuto opportuno riaprire i termini di presentazione per ulteriori 20 giorni», dice l’assessore competente Marco Dal Pont. «Al momento ci serve una graduatoria da cui attingere per sostituire due assistenti sociali in maternità che si occupano delle attività del Comune, quattro che si occupano delle attività dell’Ambito territoriale sociale e una amministrativa sociale».
«Queste purtroppo sono le difficoltà che incontrano tutti gli enti locali», precisano Gino Comacchio della Cisl Fp e Andrea Fiocco della Fp Cgil, che evidenziano come una delle cause di questa disaffezione per l’impiego pubblico siano gli stipendi poco appetibili: «Anche perchè ora per alcuni incarichi serve addirittura la laurea e non sempre una persona che ha studiato si accontenta di prendere così poco».
«Dobbiamo fare i conti con paletti economici che oggi non hanno più senso e che andrebbero rivisti», rilancia Comacchio, che sottolinea: «Le politiche gestionali dei singoli enti dovrebbero tenere conto che in montagna i costi e i problemi sono diversi rispetto alla pianura e le risorse umane ed economiche devono essere diverse e maggiori. A meno che questi paletti del governo non perseguano un disegno preciso, ovvero quello della definitiva privatizzazione dei servizi».
Per Fiocco la difficoltà degli enti a trovare determinate figure, come gli assistenti sociali, è legato anche all’incertezza in merito al futuro di questa figura professionale, visto che «presto dovrebbero essere introdotti gli ambiti territoriali sociali (Ats) che daranno una nuova valenza a determinati impieghi. Da quanto è dato sapere, infatti, sembra che i servizi sociali saranno gestiti da aziende speciali, quindi da soggetti terzi e privati, ma è ancora tutto da costruire».
Per il referente della Fp Cisl, un altro elemento che rende meno appetibile il lavoro pubblico è che «molti enti non vogliano neanche andare incontro alle esigenze dei lavoratori, concedendo magari maggiori condizioni di flessibilità».
Ma le difficoltà per gli enti locali non esistono soltanto nel reclutamento degli assistenti sociali, mancano anche operai, la cui perdurante assenza potrebbe portare al blocco anche delle opere pubbliche. «Per questo motivo diciamo basta ai tagli nel settore pubblico, perchè poi sono i cittadini a trovarsi in difficoltà».
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