Piscina di Pedavena la mobilitazione coinvolge le onlus

PEDAVENA. Chiudere la piscina non vuol dire lasciare a terra soltanto bambini, agonisti e anziani. Ma anche tagliare un servizio prezioso per le persone con disabilità. Anche con talenti sportivi. Nei limiti della struttura, sono tuttora attivi numerosi percorsi di riabilitazione ed educazione al nuoto che fungono da vere e proprie terapie per contrastare vari problemi, fisici ma anche intellettivi.
Ines Mazzoleni Ferracini lo sa da quando il suo Francesco, affetto dalla sindrome di Down, era piccolo così: «A un anno abbiamo provato a portarlo in acqua, ma era troppo fredda per lui perché manca la vasca per i piccoli», racconta la presidente dell'Aipd, «all'asilo abbiamo proposto di attivare un corso: l'esperienza con l'istruttrice Fiorella è stata splendida. Da allora ne sono partiti continuamente, qui e a Santa Giustina, grazie all'ampia disponibilità della società. La cosa bella è la compresenza con gli utenti perché permette l'interscambio, diventando un insegnamento per tutti».
Oggi sono una decina le famiglie Aipd che frequentano Pedavena: «Se l'impianto dovesse chiudere saremmo costretti a rinunciare. Santa Giustina o Fiera di Primiero sono troppo lontani per noi, e lasciar andare i nostri ragazzi con i mezzi pubblici è impensabile».
Da campione paralimpico, il presidente Assi, Oscar De Pellegrin, non può che parlare anche per sport: «Collaboriamo con Pedavena, Santa Giustina e Belluno in percorsi di riabilitazione e corsi di nuoto per persone con disabilità, anche a livello agonistico. La piscina è un mezzo fondamentale per scoprire le proprie abilità e avere una struttura vicino alla città di Feltre rappresenta un grande servizio. Lasciare che la piscina chiuda sarebbe una sconfitta di quei servizi che, attraverso lo sport, possono aiutare una comunità intera».
Il presidente della cooperativa Portaperta Marco Slongo è altrettanto preoccupato: «I nostri ragazzi disabili frequentano la piscina più volte la settimana da tanti anni e questo è per loro un grande aiuto. Una ventina di famiglie resterebbero scoperte». La minoranza non perde occasione per attaccare: «La piscina dovrebbe avere una regia unica e svincolata dal senso di appartenenza politica. Basta con le scelte campanilistiche che danno servizi mediocri e costosi». Sulle risorse mancanti c'è da dire che «Feltre avrà anche tolto il contributo annuo a sostegno della piscina, ma la stessa cosa ha fatto Pedavena con il Palaghiaccio. Dobbiamo formare un tavolo di concertazione tra amministrazioni e minoranze e ottimizzare al massimo l’investimento che ci attende, al fine di creare una struttura altamente attrattiva e che abbia uno sguardo puntato verso il futuro». Ora non resta che trovare i soldi per farlo.
Francesca Valente
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