Pipì sull'auto del vicino di casa dalla vendetta alla diffamazione
ARSIÈ.
Non si sono mosse di un millimetro le posizioni dei due testimoni chiamati ieri al confronto davanti al giudice di pace per fare chiarezza su un caso di diffamazione, dopo le versioni contrastanti riferite nel corso del processo. Alla sbarra si trova la titolare di una piccola attività (M.F., difesa dall'avvocato Addamiano), che avrebbe "sparlato" nell'estate del 2008 di un uomo all'interno del suo laboratorio, alla presenza di un paio di impiegate. Così in paese si era sparsa la voce che E.C. (la persona offesa, rappresentata dall'avvocato Bastianon) avesse fatto pipì sulla macchina del figlio della vicina di casa, per dispetto dopo che il ragazzo aveva dato una festa molto rumorosa impedendogli un sonno tranquillo. Da qui, il cittadino stufo delle insinuazioni, ha sporto querela. Ad indicare l'imputata come ipotetica malelingua rea di aver dato il là ai mormorii di cattivo gusto è stata un'ex dipendente, che ha riferito del pettegolezzo uscito dal posto di lavoro, ribadendo ieri la presenza della seconda teste al momento della dichiarazione incriminata. Ma quest'ultima ha negato di aver sentito M.F. dire qualcosa nei confronti della persona offesa. Il giudice ha ascoltato la ricostruzione dei fatti delle due donne - ferme sulle loro posizioni - e rinviato il procedimento al 23 marzo per la discussione. (sco)
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