«Pipì e vomito ovunque, ora basta»

Il gestore di Postest prepara un esposto per atti osceni in luogo pubblico. Protestano anche altri esercenti di Salce
Di Gigi Sosso

BELLUNO. La pipì sulla vetrina. Il vomito sullo zerbino. Cocci di bottiglia dappertutto. Nel fine settimana, ogni angolo del centro commerciale di Salce diventa disgustoso o pericoloso. Fine della sopportazione nei confronti dei maleducati: c'è chi, come Gianantonio Sottile Cervini della posta privata Postest, ha perso la pazienza e ha presentato un esposto ai carabinieri per atti osceni in luogo pubblico, dopo che una ragazza si era accucciata davanti alle sue vetrine, facendo tranquillamente i propri bisognini, mentre un'amica faceva la guardia. Cicca in bocca, tasso alcolico a occhio sotto controllo e noncuranza.

Non sono quasi mai clienti del locale notturno J’Adore, perché lì i bagni ci sono, eccome. Semmai ragazzi e ragazze che frequentano comunque quell’area in cui c’è musica al volume desiderato, arrivando spesso con gli zaini pieni di birra e vodka, al posto dei libri di scuola. Si alcolizzano a buon mercato al discount sotto casa e lasciano tracce maleodoranti. Solide e liquide: «Ne ho abbastanza», sbotta Sottile Cervini, «è un rito che si ripete ogni fine settimana e non si può andare avanti in questa maniera. Non è la prima volta che qualcuno fa i bisogni contro la sede del mio ufficio e in precedenza qualcun altro mi aveva rovinato le vetrofanie, provocandomi dei danni significativi. È il momento di dire basta: le immagini pubblicate sul profilo Facebook erano inizialmente una provocazione, ma adesso serviranno alla denuncia che voglio presentare, perché non ne posso più. Bisognerebbe che il locale notturno qui sopra si dotasse anche di sorveglianti e non solo di un buttafuori, perché la convivenza è diventata impossibile. Ho un passato da poliziotto e so molto bene quello che faccio. Le immagini della videosorveglianza privata davanti ai miei uffici non possono essere una violazione della privacy, nel momento in cui ci si comporta in questa maniera».

A pochi metri di distanza, il bar Plao, che non prenderà la stessa iniziativa solo perché avrebbe in mente un trasferimento. Ma la liturgia del week end è la stessa: «Difficilmente riesco a servire delle colazioni, nelle mattinate che chiudono la settimana lavorativa, perché tutte le volte trovo dei ricordini», si lamenta Tamara Argenta, «vomito, escrementi e altri danneggiamenti, ad esempio con i pennarelli sugli ombrelloni. La mia giornata comincia con una necessaria pulizia dell’ingresso del mio locale e capisco benissimo il mio vicino. Non ci siamo solo noi, peraltro, ma tutti gli altri esercizi commerciali e alcuni studi professionali, come Righes e Fascina. Tutti ci ritroviamo a combattere con la maleducazione di questi adolescenti senza scrupoli».

L’esposto può essere soltanto il primo passo: «Il secondo può essere qualche segnalazione alla prefettura, che potrebbe avere degli effetti anche molto gravi su delle professionalità», riprende e conclude Sottile Cervini, «mi sono spostato qui da piazza Castello e non ho alcuna intenzione di sopportare una situazione, che è diventata così pesante. Anzi, insostenibile».

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