Pienone a Mel per “Gnaro” Mondinelli

Riuscita la serata con l’alpinista per sostenere un progetto in Tanzania di “Insieme si può”

MEL. Tutto esaurito in palestra comunale a Mel, l’altra sera, per l’incontro con l’alpinista Silvio “Gnaro” Mondinelli.

Intervistato da Giuseppe Casagrande, Mondinelli ha raccontato il suo essere un “pesta neve e ghiaccio” sulle vette più alte al mondo, ma nello stesso tempo ha fatto emergere tutta la sua umanità di uomo, di marito e padre. «In vetta si arriva da soli», ha raccontato, «ma tale successo è frutto sia di un giornaliero allenamento, che del lavoro di tante altre persone, dagli amici della spedizione agli sherpa, a chi resta a casa e manda avanti la famiglia e i figli. Compagni di spedizione che talvolta ti salvano la vita e talaltra muoiono durante l’ascensione. Portatori che anche a piedi scalzi sul ghiaccio (perché hanno i piedi deformati e non riescono a calzare gli scarponi) si guadagnano un pezzo di pane, in paesi dove la povertà è largamente diffusa».

“Gnaro” ha raccontato che non si è mai vergognato di piangere, di gioia o di sofferenza; di essersi dovuto fermare e di aver rinunciato all’ultima parete, perché aveva paura e la sfida con la montagna in quel momento non era possibile; di aver perso alcuni momenti importanti dei propri figli.

C’è stato modo di approfondire anche l’aspetto della solidarietà, che l’alpinista con alcuni amici ha portato avanti. Ha ricordato due episodi cruciali, la generosità di cui erano fatti oggetto lui e i suoi coetanei da bambino, l’incontro con una suora, in Perù, che ogni giorno dava da mangiare a 200 bambini. Poi loro, i bambini degli sherpa , i loro occhi grandi, le condizioni di povertà in cui versavano le loro famiglie. Da qui l’impegno assunto insieme al grande amico cineoperatore e fotoreporter Renato Andorno (nel frattempo scomparso), per aiutare la popolazione Sherpa della valle del Kumbu, in Nepal, costruendo una scuola elementare a Namche Bazar e poi oggi con la onlus “Amici del Monte Rosa” con la costruzione e il sostegno ad un ospedale in un punto strategico sulla via principale che collega Kathmandu a Pokara.

Un amore condiviso, per cui ha voluto dare una mano a “Insieme si può”, per poter raccogliere dei fondi per la realizzazione di una scuola materna e relativi servizi nella città di Chiwondo nello stato della Tanzania.

«Si aiuteranno una cinquantina di bambini, una piccola goccia di fronte al dramma di tanti bambini che muoiono nel mondo», ha detto il referente del gruppo di Mel di Isp, Alfredo Cenerelli.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi