Pesca, elezioni irregolari per il Bacino numero 8 di Belluno

La Provincia impone nuove votazioni, a rischio la concessione alla “Apsd Piave”. Il consigliere Canova: «Assemblea antidemocratica, tutelati i diritti di 500 soci»

BELLUNO. Colpo di scena all’interno del Bacino di pesca numero 8 di Belluno e dintorni: la Provincia ha infatti deciso di annullare l’assemblea elettiva di gennaio per irregolarità.

Il bacino, gestito dall’associazione Apsd (Associazione pesca sportiva dilettantistica) “Piave” e comprendente le zone di Belluno, Ponte nelle Alpi, Limana e Trichiana, lo scorso 10 gennaio si era riunito in assemblea. Nell’occasione era stato eletto il nuovo direttivo, con la conferma alla presidenza di Luigi Pizzico. Le operazioni di voto, però, hanno presentato alcune irregolarità, che hanno costretto la Provincia - l’ente che concede alle associazioni la concessione della pesca - a emanare una diffida con la richiesta di rifare l’assemblea. Entro il 31 marzo, quindi, l’ordine del giorno di due mesi fa dovrà essere ripresentato e le elezioni dovranno essere rifatte. Se così non fosse, Palazzo Piloni potrebbe revocare la concessione e vietare la pesca nelle acque del bacino 8, per la disperazione dei 484 soci (dato del 2015 che comprende anche tante persone da fuori provincia).

A informare della missiva è il consigliere supplente dell’Apsd Piave, Claudio Canova, che spiega i fatti che hanno portato a questa decisione “forte”. «Intanto esprimo la mia piena soddisfazione», spiega Canova, «per aver ripristinato i diritti di tutti i soci. Lo scorso 10 gennaio l’assemblea si era svolta senza seguire le norme: era stato emanato in modo improprio il divieto di associarsi a tutti coloro che si erano presentati oltre le 9.30, influenzando in questo modo l’esito delle votazioni. Chi era arrivato in ritardo, era stato automaticamente escluso, dato che potevano votare solo coloro che erano soci anche nel 2016. Un’operazione irregolare, che ha privato del diritto del voto numerosi soci. Ero presente nel ruolo di probiviro e più volte, anche prima dell’inizio della riunione, avevo posto il problema al presidente Pizzico e a Flores Modolo (presidente dei pescasportivi Fipsas di Treviso, in quella sede eletto presidente dell’assemblea), ma non sono stato ascoltato».

Ora «sollecito la riconvocazione dell’assemblea entro il termine previsto dalla Provincia», conclude Canova, «con lo stesso ordine del giorno e le stesse candidature che erano state presentate nell’assise di inizio gennaio. In caso contrario, le conseguenze sarebbero drastiche, con la revoca della concessione da parte di Palazzo Piloni, una decisione che impedirebbe la pesca a tutti i soci».

Una confusione «frutto di una decisione errata e antidemocratica», conclude Canova. «Non si possono calpestare i diritti di quasi 500 soci e gestire in modo irregolare l’appuntamento sociale di un’associazione che ha un importante responsabilità nella gestione di un bene pubblico come il fiume Piave. Per fortuna la correttezza è stata ripristinata e quindi sollecito la presidenza a indire l’assemblea il più presto possibile con le modalità previste dallo statuto».

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