Perenzin: «Dobbiamo rinegoziare le concessioni»

TAIBON. «Siamo da Vicenza, ma condividiamo gli stessi problemi e combattiamo la stessa battaglia». Significativa la presenza dei rappresentanti del Bacino Astrico Leogra della provincia di Vicenza....

TAIBON. «Siamo da Vicenza, ma condividiamo gli stessi problemi e combattiamo la stessa battaglia». Significativa la presenza dei rappresentanti del Bacino Astrico Leogra della provincia di Vicenza. Dice il presidente Mario Cosalini: «Il torrente Astico è lungo 54 chilometri e ci sono 28 centraline. Altre otto sono in fase di istruttoria e 10 per ora sono ferme. Per 36 chilometri il torrente è dunque occupato, per gli altri 18 vedremo. Tra l'altro oggi i torrenti tengono poco e l'acqua si disperde».

«È una situazione grave – gli fa eco Francesco Zanotto funzionario dell'ufficio pesca di Vicenza – anche da noi ci sono piccoli torrenti interessati da tante piccole centrali per la cui costruzione vale ancora la legge del 1933. Da allora è cambiato tutto, le normative vanno riviste». I manifestanti vicentini hanno apprezzato la presenza di alcuni amministratori con la fascia, in quanto, dicono, da loro i sindaci non vedono il problema, anzi. Ma i sindaci o amministratori presenti sono appena sei: il sindaco di Taibon, quello di Feltre, i vice sindaci di Agordo, San Vito e di Borca e un consigliere di Zoldo. C'è anche l'onorevole Roger De Menech. «Non siamo contro tutte le centraline – dicono il vicesindaco di San Vito e il consigliere di Zoldo, Andrea Rizzardini – anche noi ne abbiamo proposto una. La discriminante è data dal fatto che non devono essere impattanti e che i benefici devono restare sul territorio. Invece vediamo troppo spesso gente che viene da fuori solo per fare delle speculazioni».

Il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, di nuove centrali non vuole sentir parlare. «Dobbiamo fare una battaglia per rinegoziare le concessioni storiche: se avessimo gli stessi canoni dei vicini del Trentino porteremmo a casa 450 milioni di euro l'anno. Come comuni, questo dobbiamo fare, non cedere per 50-60 mila euro l'anno che dovrebbero sistemarci i bilanci».

«Ci sono procedure poco chiare – aggiunge il sindaco di Taibon, Loretta Ben – i comuni non hanno voce in capitolo e la Regione non è presente alle conferenze dei servizi. Assistiamo all'arrivo di gente che viene da fuori e poi rivende le concessioni con grande speculazione». «Sono deluso dalla scarsa presenza dei miei colleghi – dice il vice di Borca, Giuseppe Belfi – qui si sta devastando un territorio che ha già tanti problemi, dalla sanità al trasporto pubblico, qui siamo davanti a una Regione che rimane impassibile e anzi appoggia certi progetti». (g.san.)

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