Per Pian dei Fioch e Casera ai Ronch già pronti i progetti

La Comunità montana ha proposto gli interventi al Parco per rivitalizzare le due strutture di proprietà comunale

BELLUNO. Malga Pian dei Fioc e Casera Ai Ronch. È per queste due strutture che la Comunità montana Belluno-Ponte nelle Alpi ha presentato al Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi due schede tecniche-urbanistiche.

«Della questione si è parlato qualche giorno fa nella Conferenza dei sindaci convocata presso la nostra sede», spiega il presidente della Comunità montana Orlando Dal Farra. «Il Parco ha in programma la revisione del suo Piano, che viene effettuata periodicamente, e noi abbiamo chiesto che venisse spostata di qualche settimana per poter sottoporre queste nostre osservazioni. Visto che il Piano non si fa ogni anno, abbiamo deciso di prenderci avanti per poter sviluppare progetti che riguardano due strutture di proprietà comunale». Per quando riguarda Malga Pian dei Fioc sul monte Serva, per cui il Comune di Belluno ha trovato poche settimane fa un accordo con i privati per una nuova gestione, la scheda presentata dalla Comunità montana bellunese alla struttura tecnica del Parco contiene la proposta di ampliamento del complesso, per circa 300 metri cubi, al fine di scorporare la gestione silvo-pastorale da quella che invece potrebbe costituire rifugio per gli escursionisti. «L’idea è che le due destinazioni d’uso», precisa Dal Farra, «possano convivere anche nel periodo estivo. Per i finanziamenti ora si dovrà aspettare il prossimo Piano di sviluppo agricolo regionale e ragioneremo anche con il Gal. Siamo sicuri che agricoltura, territorio e attività a essi collegate potranno ottenere risorse».

Per Malga Pian dei Fioc la Comunità montana bellunese ha anche già un progetto finanziato per la sistemazione dell’impianto elettrico. «Il progetto è già in Comune per l’autorizzazione patrimoniale», dice ancora Dal Farra.

L’altra proposta riguarda Casera Ai Ronch, nello specifico nella zona Val Rui Fret. «La Casera, intitolata a don Francesco Cassol, era già stata sistemata a suo tempo dall’amministrazione comunale», dice ancora il presidente della Comunità montana. «Dagli interventi non erano stati invece interessati i ruderi. Nella scheda urbanistica abbiamo quindi presentato un progetto per ricostruirli e recuperarli: in futuro potrebbero essere uno spazio per attività escursionistiche e per attività didattico-culturali». Questo anche alla luce del significato storico assunto dalla località durante la seconda guerra mondiale e nel periodo della Liberazione. «Queste iniziative sarebbero un modo per valorizzare il monte Serva e circuiti parecchio interessanti», ricorda Dal Farra, che tiene anche a dire che la struttura tecnica del Parco ha valutato positivamente le due proposte. «Un territorio ben curato è fruibile da tutti ed è un modo per promuovere dal punto di vista turistico le nostre zone». E per quanto riguarda il patrimonio silvo-pastorale, dalla Comunità montana arriva anche un’altra notizia: «Le due Commissioni del Comune di Belluno per la programmazione e la gestione del territorio hanno deliberato la convenzione con la Comunità per la gestione di tale patrimonio», spiega Dal Farra. «Tale convenzione era presente con l’amministrazione De Col e poi era stata tolta. Ora gli uffici comunali stanno lavorando su questo aspetto e riteniamo che il percorso sia molto utile per rendere la gestione più efficiente».

Martina Reolon

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