Per gli operatori sanitari la Fsi-Usae chiede maggiore qualità di vita

BELLUNO. La qualità della vita degli operatori sanitari deve diventare la priorità. A dirlo è la segreteria provinciale della Fsi-Usae, cioè la Federazione sindacati indipendenti organizzazione costituente della confederazione Usae.

«Della qualità della vita nessuno sembra ad oggi voler farsi carico», dice Manuela Beppani, della Fsi-Usae, «e porre rimedio. Noi come Fsi Usae firmatari del contratto collettivo nazionale riteniamo che sia ora di affrontare l’argomento in tutta la sua valenza. La situazione è grave e deve essere rivista su più piani».

Per il sindacato, quindi, «da un lato c’è la questione economica e l’aumento dei salari, l’inquadramento e i percorsi di carriera con le competenze più o meno avanzate. Dall’altro invece», prosegue Beppani, «c’è la questione organizzativa con le dotazioni organiche, il rispetto dei tempi di riposo, i turni, le notti, le domeniche, le reperibilità, il tempo per se stessi e la famiglia. Per questo motivo la nostra sigla sindacale vuol lanciare sul territorio una campagna a favore di tutti gli operatori sanitari per “cambiare registro”. Vogliamo dire no alla violenza contro gli operatori sanitari, ma per farlo bisogna avere forza, unità e aiuti dalle aziende adeguando gli organici e aumentando le indennità ferme da 15 anni».

La Fsi-Usae poi critica anche il nuovo piano socio sanitario e le schede che «impongono turni di lavoro massacranti. Non possiamo più accettare situazioni di burnout (esaurimento da lavoro) nè carichi di lavoro imponenti con un numero di personale ridotto. Chiediamo alla Regione una maggiore spesa per il personale, anche extra turnover a partire già da quest’anno». —

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