«Per Giovanni Paolo II realizzai per la prima volta il carpaccio alla Tiziano»

«Per Giovanni Paolo II, trenta anni fa», ricorda Alfia Pomarè, «per la prima volta realizzai il carpaccio Tiziano, a base di filetto di maiale affumicato, porcini crudi affettati, scaglie di...

«Per Giovanni Paolo II, trenta anni fa», ricorda Alfia Pomarè, «per la prima volta realizzai il carpaccio Tiziano, a base di filetto di maiale affumicato, porcini crudi affettati, scaglie di formaggio di malga invecchiato, pepe nero e olio. Poi cucinai uno sfornato di radicchio di monte; fettuccine con ragù di capriolo fatto da me; vitella di latte con crema di funghi e parmigiano; patate e verdura cotta nella cialda di parmigiano; costata con funghi di bosco». Giovanni Paolo II non volle accanto a sé politici o dignitari, ma due forestali. Nella cucina, allestita accanto alla chiesetta, insieme ad Alfia c'era un assaggiatore e le pietanze dovevano andare direttamente dalle mani della cuoca al tavolo, senza altri intermediari.

In occasione delle festività natalizie, Alfia Pomarè ha riproposto per l'iniziativa benefica "Itinerari del gusto", organizzata dal Caffè letterario del Bar Duemila di Fabrizio Soravia, la torta di nonna Pina. «La ricetta», spiega, «risale al 1840 quando la mia bisnonna Gasperina Casanova dette vita a questo “salame condito”, che io ho ribattezzato in suo onore “dolce di nonna Pina”». (s.v.)

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