Paziente morì in ospedale il medico è stato assolto

L’accusa nei confronti di Maria Rosaria Borrelli era di omicidio colposo L’Usl 2 ha già risarcito i familiari, per il giudice il fatto non costituisce reato

VAS. È stata assolta dall’accusa di omicidio colposo Maria Rosaria Borrelli, 46 anni di Padova, medico del pronto soccorso del “Santa Maria del Prato” di Feltre (difesa dall'avvocato Cristina Zanini del foro di Vicenza).

I fatti risalgono al settembre del 2006. Quel giorno un anziano di Vas, N.Z., classe 1936, si presentò, accompagnato dai familiari, al pronto soccorso del nosocomio feltrino lamentando una botta alla testa, da cui usciva del sangue. Una ferita lacero contusa causata da una caduta. I medici in servizio al pronto soccorso del Santa Maria del Prato, tra i quali l'imputata, sottoposero il paziente ad esami che diedero esito negativo. A quel punto il paziente fu dimesso e ai familiari fu raccomandato di seguire l'evoluzione dello stato di salute del settantenne nelle ore successive. I familiari lo accudirono con attenzione fino a sera. Ma la mattina successiva lo trovarono in stato d'incoscienza. A quel punto l'anziano fu riportato d'urgenza all'ospedale. La situazione però era ormai ampiamente compromessa ed i tentativi operati dai sanitari dell'ospedale di Feltre di salvarlo furono inutili.

L'uomo morì per un'emorragia cerebrale, dopo essere stato ricoverato d’urgenza nel reparto di rianimazione. Vi fu negligenza da parte del medico del pronto soccorso? Oppure il medico compì tutto quello che poteva fare all'atto del primo ricovero? Questi ed altri interrogativi sono stati affrontati nel corso del dibattimento che ha occupato diverse udienze al tribunale di Belluno.

Quella di ieri è stata decisiva. In primo luogo perché i familiari (assistiti dall’avvocato Massimo Moretti) hanno ritirato la costituzione di parte civile, dopo che l’Usl 2 feltrina ha deciso di risarcirli. In secondo luogo, perché il quadro clinico fornito in aula dal perito incaricato dal giudice Sergio Trentanovi di fare luce sul caso ha descritto un quadro clinico del paziente piuttosto precario. Si è parlato infatti di un paziente iperteso, con un’età comunque avanzata e con altri problemi fisici non di poco conto. La morte sopravvenne per emorragia cerebrale.

Nel corso della discussione, il pubblico ministero ha chiesto la condanna di Maria Rosaria Borrelli a quattro mesi di reclusione, ritenendo provata la responsabilità dell’imputata. Di diverso avviso la difesa, che con l’avvocato Zanini ha sostenuto che nel corso del processo non è emersa alcuna prova che vi fosse un nesso causale tra il comportamento del medico ed il decesso del paziente.

Al termine del processo, il giudice ha assolto l’imputata perché il fatto non costituisce reato.

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