Parco, tutti a casa. Il direttivo si dimette e spiana la strada per il commissario

Zaetta: «Atto di dignità in mancanza di risposte». Lasciano anche Collavo, De Bon, Feltrin e Malacarne



Il direttivo del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi si è dimesso. Con una lettera votata all’unanimità dal consiglio di ieri, Franco Zaetta (vicepresidente), Massimo Collavo, Mario De Bon, Mattia Feltrin e Marcello Malacarne hanno abbandonato le loro sedie, facendo decadere l’intero direttivo. Resterebbero in carica Lorenzo Serra, che non ha dato le dimissioni in quanto consigliere dal ruolo tecnico in rappresentanza dell’Ispra, e Alessandro Maguolo, assente per malattia, ma il numero di chi rimane è insufficiente.

LA LETTERA

Indirizzata al Ministero dell’Ambiente, a Regione, Provincia, presidente della Comunità del Parco, Federazione italiana Parchi, Fondazione Dolomiti Unesco, sindaci e presidenti delle Unioni montane del Parco, la lettera riassume ragioni e amarezza di una scelta sofferta e forzata. «È un atto di dignità e protesta per la mancanza di risposte, un segnale di rispetto e amore per il territorio». Zaetta tiene a precisare però che «non ci dimettiamo perché manca il direttore né per fare un’azione eclatante». Il suo mandato sarebbe terminato a maggio, quello del direttivo a dicembre: così facendo si spiana la strada all’arrivo del commissario. La beffa? La nomina spetta ancora al Ministero. «Speriamo che in 6 mesi si ricostituisca l’ente: ora non ci sono più scuse».

In Italia su 24 Parchi ben 13 non hanno un presidente e 8 sono senza direttore: «Ciò dimostra che ci sono parti della Legge 394 che andrebbero riviste». L’arrivo del commissario non avrà conseguenze dirette sul personale (13 dipendenti), nonostante le incombenze aumentino al netto dello stipendio come è stato per Simonetta Dalla Corte, responsabile area amministrativa e facente veci da direttrice da meno di 3 settimane.

IL DISCORSO DI CONGEDO «Senza presidente abbiamo perso ogni autorevolezza», lamenta l’ormai ex vicepresidente, «lo dimostra il fatto che ai festeggiamenti per il 25esimo del Parco non c’era la Regione, così come non siamo stati invitati alla visita di Mattarella. Il merito di questo consiglio è aver sempre preso decisioni collegiali. Un grazie ai dipendenti, al reparto Carabinieri forestali, al volontariato e ai soggetti pubblici e privati».

I SALUTI DEI CONSIGLIERI Marcello Malacarne (nominato 2 anni fa): «Ho apprezzato la professionalità di questo ente, ma come bellunesi dobbiamo stare più attenti alle azioni dei nostri rappresentanti politici: questo stallo è una presa in giro». Massimo Collavo (consigliere da quasi 10 anni): «Sono stato indeciso perché mi sentivo responsabile verso chi dovrà traghettare il Parco: ho visto spegnersi il suo ruolo politico come una candela». Mario De Bon: «Quando era ora di combattere tutti siamo scesi in campo. Spero che alla poltrona arrivi chi ama il nostro territorio e non chi fa parte del partito più forte». Mattia Feltrin (in scadenza a maggio): «In questo Paese bisogna arrivare allo stremo per smuovere le cose». Infine il tenente colonnello dei Forestali Marina Berto: «Abbiamo collaborato bene, sono grata per il lavoro svolto e per i rapporti tenuti».

CONTROPROPOSTA

Nel pomeriggio di ieri il deputato di Fratelli d’Italia Luca De Carlo scrive: «Abbiamo pronta una serie di nomi che possono far funzionare davvero l’ente e che risolverebbero anche lo scontro tra i due partiti di governo. Se il problema non è politico come credo, vuol dire che nella rosa dei nomi fatti non c’è una persona che convinca fino in fondo». E Malacarne ironizza: «Spero che non l’abbia scoperto oggi...». –


 

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