«Palpeggiate dal prof nell’ora di ginnastica»
CORTINA. Il professore di ginnastica? «È un maiale», secondo la confidenza fatta da una studentessa alla madre, mentre stava tornando a casa da scuola in autobus. Un insegnante del centro Italia, che lavorava in un istituto superiore di Cortina, è in tribunale per violenza sessuale su minore. Tre le vittime: due sarebbero state palpeggiate sul sedere, davanti alla porta dello spogliatoio e una sul seno, in palestra. Quest’ultimo gesto doveva essere quasi un complimento per un esercizio ben fatto e la mano era partita dalla spalla. Mentre il docente è difeso da Ponti e Riccitiello, due studentesse si sono costituite parte civile con Hofer e chiederanno un risarcimento.
Il responsabile dell’istituto ha sottolineato il fatto che l’imputato non era apprezzato dai colleghi: mai visto in tuta da ginnastica, era anche sporco e trasandato. Spesso era assente e, a suo carico, c’erano state delle altre segnalazioni, in relazione a un’insegnante e a un’altra ragazza. Le indagini dei carabinieri ampezzani erano partite dopo l’allarme della dirigente scolastica, sulla base di cinque manoscritti di altrettante studentesse della prima classe, anche con la firma dei rispettivi genitori. I militari hanno trovato le ragazze «provate, impaurite e preoccupate». Non convincevano i metodi d’insegnamento dell’imputato, che metteva talmente tante note sul registro da non lasciare spazio a quelle eventuali dei colleghi e non aveva alcuna empatia con gli studenti, ma il 3 ottobre 2014 sarebbe successo quello che hanno raccontato le madri ascoltate in aula dal pm Marcon. Due ragazze sarebbero state inseguite a ricreazione e toccate all’altezza dei glutei, davanti alla porta chiusa dello spogliatoio, nel quale l’uomo era abituato a entrare in qualsiasi momento, senza chiedere il permesso. Un testimone l’avrebbe insultato, prendendo una nota e rischiando di essere sospeso. Oltre a questo, l’episodio accaduto in palestra, durante le flessioni a terra.
Le tre giovani donne erano molto arrabbiate e, allo stesso tempo, turbate. Hanno cominciato a non mangiare più e anche a indossare dei vestiti larghi e anonimi, per evitare anche solo di essere guardate. In qualche caso, sono state costrette a ricorrere alle cure dello psicologo. I giudici hanno fissato l’udienza del 16 gennaio dell’anno prossimo, anche per sentire i consulenti dell’accusa e della difesa. (g.s.)
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