Padrin: «Il presidente attento e impressionato da ciò che ha visto in volo»

È stato un momento lontano dai riflettori, ma per il presidente della Repubblica ha avuto una grande importanza il sorvolo in elicottero delle zone più colpite dalla tempesta Vaia. A raccontare com’è andata è il sindaco di Longarone e presidente della Provincia, Roberto Padrin, che era a bordo dell’elicottero con Sergio Mattarella e il presidente della Regione Luca Zaia. . «Il presidente è rimasto molto impressionato da quello che ha visto durante il volo. Siamo partiti da Longarone, abbiamo sorvolato la diga del Vajont, siamo saliti lungo la Val di Zoldo, per poi passare in alto Agordino, osservare dall’alto le aree più colpite, le ferite lasciate a Taibon dall’incendio dei giorni precedenti all’alluvione e, tornando verso sud, abbiamo visto lo stabilimento Luxottica». Il presidente si è dimostrato attentissimo: «Io gli ho raccontato meglio il Vajont e la rinascita di Longarone, mentre Zaia gli ha spiegato i dettagli dell’alluvione». La devastazione era evidente, ma la giornata era eccezionale: «Il presidente, ma anche noi, è rimasto incantato dalla bellezza della giornata: martedì le montagne parlavano da sole», osserva Padrin, che aggiunge: «Il presidente era impressionato dalla situazione dei boschi, ha chiesto informazioni sulla loro sistemazione, ci ha ribadito la sua vicinanza e alla fine ha parlato di Olimpiadi. È stato lui a tirare fuori l’argomento, dimostrando che le considera una grande opportunità per il territorio».
Padrin poi fa il suo personale bilancio della visita del presidente Mattarella: «Ho provato una grande emozione, è una giornata che non dimenticherò mai. Come sindaco e presidente della Provincia accogliere la più alta carica dello Stato è stato un onore immenso. Inoltre Mattarella è una persona di grandissimo spessore umano e culturale, è semplice e sobrio, attento ad ogni parola che ci siamo detti. Sono felice per la grande partecipazione della cittadinanza, la cerimonia di Fortogna è stata breve ma intensa e c’è stato spazio per tutte le associazioni dei superstiti e sopravvissuti, per gli anziani della casa di riposo e per i bambini, che è giusto che possano incontrare il presidente della Repubblica. Questa è educazione civica vera».
Padrin sottolinea la portata dei messaggi espressi da Mattarella, a partire da quello sullo Stato responsabile e allo stesso tempo vittima del Vajont: «Un concetto nuovo e su cui riflettere. Appena entrato al cimitero, il presidente mi ha detto che sarebbe voluto venire il 9 ottobre, però non poteva, ma voleva assolutamente portare il suo omaggio alle vittime del Vajont. Il messaggio sui cambiamenti climatici, poi, ha trasformato la visita a Belluno in un evento di portata internazionale».
Infine i ringraziamenti, perché martedì è stata una giornata perfetta: «Ringrazio la grande disponibilità del cerimoniale del Quirinale che ci è venuto incontro, la struttura del Comune di Longarone, la cerimonialista ed ex sindaco di Crespano Annalisa Rampin e i suoi collaboratori che ci hanno aiutati tantissimo a gestire la visita e il capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo che ci ha aiutato tantissimo durante l’alluvione e sono molto felice che sia venuto anche martedì». Padrin conclude rivelando che di essersi molto commosso quando è stata cantata la canzone “Alziamo la voce” e durante l’Inno cantato dal Coro Arcobaleno di Limana: «Con loro canta anche la mia nipotina». —
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