Obiettivo ospitalità diffusa vertice con gli operatori

Agordo. Sei Comuni guardano a questa alternativa per rilanciare il turismo Saranno presentate le prospettive per la nascita di un’associazione mirata

AGORDO. Il Gal e i Comuni della Conca Agordina stanno lavorando assieme per dare concretezza al progetto dell'ospitalità diffusa, ma nel futuro toccherà ai privati mettersi in gioco e fare la loro parte. Il lavoro svolto nei mesi scorsi dai Comuni di Agordo, Taibon, Voltago, La Valle, Rivamonte e Gosaldo, con il coordinamento dell'assessore al turismo del capoluogo, Gabriele Trento, sta procedendo. La meta non è ancora raggiunta, ma la strada sembra buona. Recentemente i rappresentanti dei sei Comuni si sono incontrati con quelli del Gal Alto Bellunese per costruire assieme il progetto che spera di poter essere finanziato con i fondi del Piano di sviluppo locale. «Dopo un bel po' di tempo» spiega Gabriele Trento, «siamo finalmente giunti verso la fase conclusiva del lavoro programmato. I tempi sono stati lunghi perché siamo dovuti venire a capo di questioni burocratiche non sempre semplici: abbiamo dovuto spingere per il cambiamento della legge regionale sull'ospitalità diffusa, abbiamo dovuto adeguarci alle leggi fiscali in vigore. Ora, però, ci siamo quasi».

Non c'è infatti ancora nulla di certo sul tavolo, tuttavia le amministrazioni comunali agordine non hanno mai nascosto quali sono gli obiettivi che intendono raggiungere.

«Fra i nostri desideri», spiega Trento, «c'è la valorizzazione dei sentieri della nostra zona e il loro collegamento. Ci piacerebbe anche poter sistemare le strutture di proprietà pubblica lungo tali sentieri rendendole disponibili alla ricettività dei turisti».

Negli intenti dei sei Comuni della Conca, tuttavia, c'è anche la speranza di poter dare una spinta al settore privato. «Abbiamo sempre riconosciuto», dice Trento, «che, a differenza dell'Alto Agordino che dispone di alberghi di una certa dimensione, la Conca può puntare su un turismo sostenibile fatto di tante strutture ricettive collegate tra loro. È appunto l'ospitalità diffusa. Se ci sarà la possibilità di sistemare l'esistente, portando delle migliorie, destinate per esempio ai disabili, ma non solo, saremo lieti di poter far sì che il privato diventi protagonista affiancando l'attività ricettiva a quella che già gli garantisce una fonte di reddito».

Proprio i privati, quelli che han già consegnato la manifestazione di interesse sull'ospitalità diffusa, ma anche altri, sono chiamati a partecipare all'incontro del 21 settembre alle 20.30 nella saletta della biblioteca. «In quella sede», spiega Trento, «saranno presenti i rappresentanti dei sei Comuni assieme a un commercialista contattato chiedendogli che ci segua nel percorso che dovrà portare alla nascita di un'associazione dell'ospitalità diffusa. Associazione prevista dalla legge». «Spiegheremo gli scopi dell'associazione e il funzionamento», conclude Trento «quando cesserà il ruolo degli enti pubblici, quello del privato diventerà importante, fondamentale per far camminare da sola l'ospitalità diffusa».

Gianni Santomaso

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