Niente musica e shopping annullati i venerdì di sera

Solo un terzo dei commercianti ha risposto all’invito dell’associazione Fel320 Rech: «Troppo pochi, forse qualcuno dava la manifestazione per scontata»

FELTRE. Doccia gelata sull'estate feltrina che resta senza i venerdì musicali e di shopping di “Fel3land”. Troppo poche le pre-adesioni pervenute all'associazione Fel320 che da un paio d’anni ha rilevato il testimone da Feltre Insieme. I commercianti del centro non sanno o non vogliono fare squadra e così ci rimetteranno tutti, così pure l'immagine della città che ormai in queste serate aveva stabilito un rapporto forte non solo con i feltrini, ma pure con chi arrivava da fuori per una passeggiata, un gelato, un caffè, magari l’acquisto di un capo di abbigliamento, un articolo da regalo o un paio di scarpe. Migliaia di persone.

La lettera consegnata dal presidente di Fel320, Nicola Rech, alle 130 attività commerciali dislocate lungo l'asse da via Cesare Battisti fino a piazza Isola ha incassato pochi sì, o meglio una valanga di no o comunque nessuna risposta, valutata dall'associazione come un diniego. Il primo conto fatto dagli organizzatori dice che solo un terzo dei commercianti si è detto disponibile a pagare la quota per l'estate 2014, nemmeno troppo elevata: 430 euro per i bar che ovviamente traggono i benefici maggiori dall'isola pedonale e dai concerti dal vivo e 140 euro per le altre tipologie di negozi.

Una cifra che sommata fra tutti gli aderenti serviva a coprire le otto serate in calendario con varie postazioni musicali, spettacoli di artisti di strada e gonfiabili per bambini. Più ricco il budget a disposizione, più ricco il programma. Ma sotto un certo limite non si può andare e questo limite è stato evidentemente superato. In prima battuta sembrava che dalla manifestazione restasse esclusa via Battisti sulla scorta di quanto già avvenuto per le luminarie natalizie. Un'analisi più attenta ha messo i vertici del Fel320 davanti alla dura realtà e alla scelta dolorosa di annullare gli otto venerdì estivi.

Il più amareggiato è proprio Nicola Rech, che già nelle passate edizioni aveva compensato le difficoltà a fare quadrare i conti con le sole quote dei commercianti cercando sponsor esterni: «Ma stavolta è impossibile. Quando si tira troppo la corda», afferma profondamente deluso, «va a finire che si spezza e se troppi pensano che le serate musicali del venerdì siano cosa dovuta e che verranno fatte sempre e comunque, va a finire che troppi non pagano e che i conti non tornano più. Mi spiace molto per la decisione di cancellare le otto serate, ma non ho nulla da rimproverarmi. Ho messo a disposizione tempo e impegno trovando spesso le porte chiuse o l'indifferenza dei colleghi. Ringrazio chi anche stavolta aveva dato la propria disponibilità a pagare la quota, ma un terzo di adesioni non è sufficiente».

L'impegno non è bastato: «Gli anni scorsi alcuni pagavano facendo mille polemiche, recuperare i soldi della quota diventava quasi una questua. Stavolta ho deciso di consegnare una lettera a ciascun commerciante con l'impegno di avere una risposta e di conseguenza decidere cosa fare. Ebbene, c'è chi ha detto sì, che chi ha detto no, c'è chi non si è nemmeno degnato di rispondere. Il totale delle adesioni non supera un terzo dei potenziali partecipanti. E allora ho detto basta».

Troppi furbetti?: «Fin dai tempi di Feltre Insieme ci sono stati negozianti che hanno fatto finta di nulla, non pagavano la quota ma poi il venerdì sera tenevano aperto. La verità è che, proprio per questo motivo, qualcuno tra quelli che avevano sempre partecipato, stavolta ha detto no perché non è giusto che pochi finanzino un vantaggio che si spalma su tutti».

Roberto Curto

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